ROMA – Un bambino di 8 anni, affetto da una grave malattia, la paralisi cerebrale infantile, è stato allontanato dalla chiesa, durante la messa, perchè voleva fare la prima Comunione. E’ successo a Floresville, in Texas, nella chiesa cattolica del Sacro Cuore.
Quando il prete, Phil Henning, ha negato l’ostia al bambino, Kevin Castro, i genitori hanno chiesto spiegazioni e così il parroco ha detto: “Lui ha sì 8 anni, ma ha la capacità mentale di un bambino di 6 mesi, quindi non può avere un’adeguata conoscenza di Cristo”.
La nonna di Kevin dice che il ragazzo si era preparato per mesi per affrontare “la pietra miliare religiosa”, e gli hanno offerto invece un rito per i malati. “E’ l’unzione che ti fanno prima della morte”, ha detto la nonna. “E’ stato molto offensivo”.
Secondo gli esperti la paralisi celebrale infantile non è una disabilità del tutto inabilitante per chi l’ha contratta, o comunque non corrisponde automaticamente ad un ritardo mentale vero e proprio.
La paralisi cerebrale, in ogni caso, non è comunque associata alla disabilità intellettiva. “Non è la stessa cosa, e non causa disabilità intellettiva”, afferma Chris Thomson, consigliere generale per l’associazione che riunisce i pazienti affetti da tale patologia. “Gli individui che hanno la paralisi cerebrale possono anche avere una disabilità intellettiva. Ma una cosa non causa l’altra e sono condizioni separate”.
Ma la Chiesa locale, per bocca di un portavoce della diocesi, rinuncia a qualsiasi commento. Il diacono Pat Rodgers, della diocesi di San Antonio, ha detto all’Abc che la decisione di dare o meno il sacramento sta al prete locale, ma ha enfatizzato: “Non desideriamo né speriamo di negare un sacramento da qualcuno che lo vuole o che ne ha bisogno”.
I commenti sono chiusi.