ROMA – Ingrid Stampa, il vescovo Josef Clemens e il cardinale Paolo Sardi. La governante del Papa, l’ex segretario e il responsabile dell’ufficio che si occupa di scriverne i discorsi. Questi i tre “corvi”, come scrive Marco Ansaldo in esclusiva su Repubblica, che avrebbero guidato il maggiordomo Paolo Gabriele nello scandalo del Vatileaks. Dietro al furto dei documenti ed alla diffusione non ci sarebbe un complotto contro Papa Bendetto XVI, scrive Ansaldo, ma la gelosia dei tre nei confronti di padre Georg Gänswein.
Ansaldo scrive della Stampa:
“La sua vicina di casa è la professoressa Ingrid Stampa, spesso ospite della moglie e dei loro tre figli nello stesso edificio, cinquanta metri più in là dov’è stato detenuto. Donna colta, musicista, appartenente al movimento spirituale di Schoenstatt, Ingrid Stampa assiste Ratzinger dall’inizio degli anni Novanta con l’incarico indefinito di governante. Divenuta poi un consigliere fidato del Papa, «capace di arrivare all’orecchio e al cuore tenero del Santo Padre», come è stato scritto, ha spesso dato un proprio contributo nella stesura dei testi pontifici”.
Mentre del vescovo Clemens su Repubblica si parla di “invidia”:
“Anche i passeri sui tetti del Vaticano sanno dell’invidia nutrita da Clemens, che abbandonò l’incarico di segretario di Ratzinger dopo essergli stato vicino per tanti anni nel 2003 chiedendo la promozione a vescovo. Il monsignore tedesco, fino all’ultimo, persino nel giorno dell’elezione, non credeva che il suo omonimo potesse diventare Papa. La sorpresa e anche il dolore per quell’incarico mancato si è trasformato in un risentimento sordo verso il suo successore, controllato a distanza dall’altro lato di Piazza San Pietro, dove Clemens tuttora risiede”.
Infine c’è il cardinale Paolo Sardi, di cui Ansaldo scrive:
“Sono infine ben note le relazioni di lavoro e di amicizia fra la signora Ingrid e il cardinale Paolo Sardi, per tanti anni responsabile dell’ufficio che si occupa dei discorsi del Pontefice, estratti dalle minute che il Papa scrive e la sua Governante decritta. Ma anche il porporato si è defilato e il 22 gennaio 2011 ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani di Benedetto XVI dall’incarico di vice Camerlengo per motivi d’età”.