ROMA – Acea: Ignazio Marino fa le nomine ma divorzia dal Pd capitolino. Quando a fine serata la Commissione Bilancio del Campidoglio ha dato l’ok alla lista di nomi per rinnovare il cda di Acea, Ignazio Marino ha messo a segno una vittoria nella battaglia intestina che lo oppone al Pd romano. Che contesta profili e curricula dei professionisti scelti (“non politici” assicura Marino) e medita ritorsioni , in realtà proprio perché associabili a una logica spartitoria di livello nazionale.
Ignazio Marino deve convincere ancora almeno 5 su 9 degli attuali consiglieri a dimettersi prima di presentare il piano alla prossima assemblea (riduzione dei consiglieri a 5 o 7, dimezzamento delle retribuzioni, le nomine). Mugugnano i francesi di Suez perché un posto in meno in cda significa una svalutazione della quota azionaria: insieme agli altri soci di minoranza (Caltagirone in testa), poi, non vengono nascoste le perplessità su un cambio manageriale in corsa proprio mentre l’attuale ad Paolo Gallo presenta una trimestrale ancora ottima quanto a performance e utili. Ai democratici non resta al momento che un’azione di disturbo per far slittare i tempi di approvazione del bilancio comunale. O affidarsi a qualche trappola legale nascosta nelle pieghe del diritto societario in caso di rinnovo del cda.
I nomi proposti da Marino. I democratici romani (dal segretario al capogruppo cui si aggiunge Sel) denunciano: “Profili modesti nel cda, stavolta il curriculum non è servito”. Il Fatto Quotidiano non va troppo lontano dal vero quando spiega l’irritazione con la circostanza che Marino ha agito da professionista, cioè procede alla spartizione politica, ma li scavalca. I personaggi, come vedremo, sono targati.
Mentre il nuovo ad proposto, Alberto Irace, piace anche ai soci perché è una soluzione interna che garantisce continuità aziendale (ed è considerato un renziano), il nuovo presidente indicato, Catia Tomasetti, è accreditata come vicina al vice di Renzi, Graziano Del Rio, con cui ha lavorato al Forum dell’acqua pubblica a Reggio Emilia. Quindi Elisabetta Maggini, che viene descritta come amica di famiglia di Caltagirone (e infatti gli attacchi sistematici a Marino su Il Mesaggero denotano un ammorbidimento dei toni). Paola Profeta, docente della Bocconi, è data in quota Letta. Franco Paparella, fiscalista, è vicino ad Alfano.
Oltre alla cinquina papabile, Marino ne ha selezionati altri 4 (è un obbligo societario), diciamo di riserva: Giovanni Campa, Salvatore Monni, Fausto Valtriani e Donatella Visconti.