ROMA – Commercio estero: dopo 38 mesi di crescita ininterrotta a marzo le vendite scendono dell’1,3% sul 2012. Il fatto che siano aumentate del 2% rispetto a febbraio non basta a dissipare le preoccupazioni per la tenuta dell’export, “carburante principale delle nostre imprese, l’ultima assicurazione anti-crisi, il fornitore di commesse di ultima istanza” (Il Sole 24 Ore). Lo rileva l’Istat, che evidenzia un ribasso congiunturale delle importazioni dai Paesi extra Ue del 2,4%, a cui corrisponde una caduta tendenziale del 15,0%. Il calo annuo dell’export extra Ue (-1,3%) rappresenta la prima diminuzione tendenziale da dicembre del 2009 (quando la flessione fu del 7,2%).
Analizzando la bilancia, a marzo 2013, il surplus commerciale con i Paesi extra Ue risulta pari a +2,6 miliardi di euro (a fronte dell’avanzo di 491 milioni dello stesso mese del 2012). Ecco che nel primo trimestre 2013 il saldo è positivo per 1,1 miliardi. Tornando ai flussi commerciali, la crescita su base mensile delle vendite, spiega l’Istat, è diffusa su tutti i principali raggruppamenti di beni, ad esclusione dell’energia (-16,5%). Invece, dal lato degli acquisti la flessione interessa il totale dei comparti, a eccezione dei beni di consumo (+4,0%).
Guardando al primo trimestre del 2013, la dinamica congiunturale delle esportazioni è lievemente positiva (+0,5%), mentre le importazioni sono in deciso calo (-3,3%). A livello tendenziale, a marzo la diminuzione dell’export coinvolge tutti i più rilevanti settori, con l’eccezione dei beni di consumo (+7,4%). In particolare, l’Istat per l’energia rileva un marcato ribasso (-25,4%). Quanto alla direzione delle vendite, i mercati più dinamici all’export sono: Giappone (+32,4%), Merconsur, Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay, Venezuela, (+9,5%), Russia (+9,3%) e Paesi Opec (+9,1%). Invece sono in calo le vendite verso Turchia (-11,9%), Svizzera (-4,8%), Stati Uniti (-2,8%), Cina (-1,8%).