Elezioni europee. Spread fa 200, poi riscende. Ma in tutta Europa il voto fa paura

Arrivano le elezioni: spread fa 200, in tutta Europa il voto fa paura
Arrivano le elezioni: spread fa 200, in tutta Europa il voto fa paura

ROMA – Arrivano le elezioni: spread tocca quota 200, poi riscende, ma in tutta Europa il voto fa paura. Non siamo certo alla drammatica crisi di fiducia di un paio di anni fa, ma i mercati tornano a guardare con apprensione all’Europa (e in particolare all’Italia) che si approssima alle elezioni. Gli investitori aspettano a impegnare i propri soldi prima di conoscerne l’esito e lo spread (il differenziale tra i rendimenti dei titoli di stato nel confronto con il bund tedesco) che staziona ormai stabilmente vicino a quota 200 punti base in Italia (190 all’apertura, prima di ripiegare a quota 180 a metà mattinata e chiudere quindi a quota 182) è il primo indicatore di questa paura.

Le fibrillazioni di una campagna elettorale asprissima, il timore di un’affermazione del blocco anti-euro, la sensazione che il rigore sui conti pubblici venga appannato da una ondata di instabilità politica, non piacciono per nulla ai mercati. I rendimenti dei titoli di Stato italiani a 10 anni crescono al 3,3% dopo che solo pochi giorni fa stabilivano il record del 2,9%.

Il caso italiano desta tuttavia maggiori preoccupazioni, anche se i rendimenti dei titoli (più alti sono più alto è il fattore di rischio che il debito non venga onorato) crescono ovunque, dalla Gran Bretagna alla Francia. In Italia però, i sentimenti anti-euro non sono un’esclusiva del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo: Berlusconi fa esplicita campagna elettorale contro l’Europa di Angela Merkel, simbolo della politica dell’austerity, mentre lo stesso Matteo Renzi non risparmia critiche all’Europa per non passare da filo-tedesco. Il problema insomma non è solo Grillo, ma anche una certa reticenza dei suoi competitori a mostrarsi pro-moneta unica senza se e senza ma.

Non è una situazione esclusivamente italiana, lo ricorda stamattina anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: “L’aumento dello spread si è verificato in quasi tutti i Paesi, anche in Francia. I mercati possono reagire rapidamente quando aumenta l’incertezza. Colgo il segnale come il timore che ci sia più incertezza sul futuro della politica economica in Europa”. Un segnale, insomma: anche se, il ministro invita a considerare altri indicatori economici che vanno nella direzione contraria, come l’incremento significativo degli ordini industriali che fanno ben sperare per una ripresa della crescita.

Tuttavia, ed è per questo che l’Italia sembra un po’ più sorvegliata speciale di altri paesi, stupisce l’allargarsi di un altro spread, stavolta nel confronto con la Spagna:  nonostante anche i rendimenti dei titoli di Stato spagnoli siano cresciuti negli ultimi giorni, lo spread tra Italia e Madrid si è allargato a circa 20 punti base, mentre a metà aprile gli investitori chiedevano la stessa remunerazione per sottoscrivere il loro debito.

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