ROMA – Banche, la “sporca dozzina” commissariata da Banca d’Italia. Ultima Banca Marche. Questo è l’elenco delle banche commissariate dalla Banca d’Italia: Istituto Credito Sportivo, Banca Tercas, Bcc Monastier e del Sile, Bcc San Francesco, Banca Popolare di Spoleto, Bcc del Veneziano, Banca dei due mari di Calabria, Credito Cooperativo, Bcc Euganea di Ospedaletto Euganeo, Banca Credito Cooperativo di Bene Vagienna, Cassa di Risparmio di Ferrara, Bcc di Alberobello e Sammichele, Banca delle Marche.
L’ultimo esempio è anche il più eclatante: Banca Marche è finita commissariata il 25 ottobre dopo che già a fine agosto la Banca d’Italia aveva detto stop alla gestione ordinaria. Il Sole 24 Ore descrive semplicemente come “dissennata” la gestione dell’ex direttore generale Massimo Bianconi che ha nascosto ben 2 miliardi di crediti malati che per anni erano stati messi a bilancio come prestiti in bonis cioè riscuotibili.La crisi colpisce duramente le piccole e medie banche italiane e 12 di loro, l’ultima delle quali Banca Marche, sono attualmente commissariate dalla Banca d’Italia (leggi qui l’elenco con codice Abi e date). Lo stretto legame con il territorio, l’autonomia e la governance, un tempo punti di forza rispetto alle ‘grandi’ si sono trasformate in un boomerang che ha fatto balzare le perdite nel momento in cui l’economia e le imprese si sono avvitate. E la Banca d’Italia avvisa: nelle piccole la rischiosità dei crediti sta crescendo a ritmi più intensi delle altre banche.
Banca Marche è solo l’ultima di una serie di quegli “istituti di piccoli e medie dimensioni”in “maggioranza popolari o dove una Fondazione detiene almeno il 20 per cento” che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha qualche giorno fa descritto come in maggiore difficoltà, lodando la tenuta del sistema bancario nel suo complesso. Il governatore ha fatto capire come in questo genere di istituti si acutizzi uno dei mali maggiori del comparto del credito italiano, la commistione banche-imprese che ha generato atteggiamenti collusivi.
E in effetti se si scorre la lista stilata dalla Vigilanza degli istituti commissariati il profilo si attaglia perfettamente: oltre a Banca Marche, vi si trova Popolare Spoleto, Cassa Risparmio Teramo e Cassa Risparmio Ferrara oltre a una manciata di Bcc. Sotto pressione di Via Nazionale vi è anche una banca con caratteristiche simili ma di ben più rilevanti dimensioni: la Carige. L’istituto ligure ha dovuto operare maxi svalutazioni, cambiare i vertici (è in arrivo come ad Piero Montani ben voluto da Bankitalia) sia della banca che della Fondazione dove il presidente Flavio Repetto lascerà entro Natale.
Una mossa in extremis proprio per evitare azioni più drastiche di Bankitalia. Diversi per caratteristiche precipue i casi di Bpm e Mps ma anche lì sottolineano gli esperti i problemi sono giunti da una governance inefficace e troppo autoreferenziale. I bilanci sono sotto pressione, senza però altre conseguenze, anche in altri istituti di credito come la Popolare Vicenza, Veneto Banca che dovranno fare anche i conti con l’esame della Bce. Rimettere in carreggiata gli istituti commissariati, magari facendoli acquistare come in passato, però non è facile nemmeno con lo strumento commissariale proprio perché anche le altre banche devono fare i conti con la crisi.
Su Tercas ad esempio il Credito Valtellinese si è tirato indietro e così sembra aver fatto la Vicenza con Banca Marche. L’amara medicina sarà così a base di cessioni di asset non strategici, razionalizzazioni ed esuberi del personale. Una ricetta valida con qualche sfumatura comunque per tutti e che ha portato per la prima volta da un decennio al primo sciopero generale della categoria. E anche per le Bcc, di solito isola felice, i tempi si fan duri. Secondo la Banca d’Italia nel primo semestre di quest’anno il tasso di decadimento dei prestiti è passato dal 3,4 al 4 per cento, mentre l’incidenza delle partite deteriorate sui prestiti totali è salita dal 13,7 al 15,8 per cento (la media di sistema è 14,7%) a tassi più veloci delle big.
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