ROMA – Banche. Soppresso anatocismo (interessi sugli interessi), emendamento al Senato. Soppressa la norma sull’anatocismo, la capitalizzazione degli interessi, dal decreto competitività in esame alle commissioni competenti del Senato. Nella nottata infatti – riferisce il capogruppo Pd in commissione Industria Salvatore Tomaselli – il governo ha dato parere favorevole a un emendamento che cancella “la norma contenuta all’articolo 31 del decreto, sul calcolo degli interessi sugli interessi” (Public Policy).
Il mancato provvedimento sulla reintroduzione dell’anatocismo – che appunto significa vedersi applicati gli interessi non solo sul capitale originario chiesto in prestito alle banche ma anche sugli interessi nel frattempo maturati a debito per chi ha i conti in rosso – aveva scatenato polemiche in Parlamento, in particolare da 5 Stelle e Fratelli d’Italia. Non era chiarissima la posizione del Pd che con Enrico Morando ammetteva il problema anche se, concretamente, dalla maggioranza non erano fino a stanotte pervenuti emendamenti correttivi. M5Stelle, insieme agli altri, sospettava l’ennesimo regalo alle banche quale compensazione per l’aumento delle tasse sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia (con cui il governo Renzi ha finanziato parte del bonus da 80 euro). Nessun partito, in ogni caso, aveva rivendicato la paternità del provvedimento che resuscitava l’anatocismo bancario.
Solo dalla Banca d’Italia s’erano levati commenti in difesa del calcolo degli interessi sugli interessi. Il capo del Servizio stabilità finanziaria della Banca d’Italia Giorgio Gobbi in audizione davanti alle commissioni Industria e Ambiente del Senato sul decreto per la competitività delle imprese così s’era espresso: “Qualsiasi paese che non abbia una legislazione islamica accetta la capitalizzazione degli interessi, cioè l’applicazione degli interessi composti, di cui un sistema come il nostro non potrebbe fare a meno. Nessuna economia di mercato può funzionare senza questo meccanismo”.
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