In un anno, quello della crisi, gli italiani si sono indebitati di piĆ¹. Non solo per far fronte ai consumi perĆ², perchĆØ la maggior parte dei nuovi prestiti richiesti dalle famiglie sono relativi ai mutui, a lungo termine, per lāacquisto di casa. Preoccupati i consumatori che parlano di famiglie āal collassoā che ormai non riescono piĆ¹ neanche a contrarre debiti.
Il quadro dellāindebitamento delle famiglie lo fornisce la Banca dāItalia nel Supplemento al Bollettino statistico, dove perĆ² appare il dato comprensivo dellāeffetto delle cartolarizzazioni, come prevedono il nuovo Regolamento Bce/2008/32 e alcune modifiche nelle segnalazioni statistiche di vigilanza, in vigore dal giugno 2010, che comportano, spiega la nota metodologica di Bankitalia, una ādiscontinuitĆ statisticaā: si passa infatti dai 479,7 miliardi del luglio 2009 ai 579,4 miliardi di luglio 2010. Con una crescita che in valore percentuale ĆØ del 20,8%.
In realtĆ , perĆ², il dato non ĆØ omogeneo, in quanto dal giugno 2010, come spiega la nota metodologica di Bankitalia, āla serie storica dei prestiti include tutti i prestiti cartolarizzati, o altrimenti ceduti, che non soddisfano i criteri di cancellazione previsti dai principi contabili internazionali (Ias), in analogia alla redazione dei bilanci.
Lāapplicazione di tali criteri, quindi, ha comportato la re-iscrizione in bilancio di attivitĆ precedentemente cancellateā e rende quindi non comparabili i dati in valore assoluto riportati nel bollettino di Bankitalia. Tenendo conto dei dati non corretti per le cartolarizzazioni, secondo la definizione armonizzata dellāEurosistema, a luglio 2010, il tasso di crescita dei prestiti totali ĆØ risultato quindi pari al 2,9%, valore lievemente inferiore a quello del mese precedente (3%); inalterato il tasso di crescita annuale dei prestiti alle imprese (-0,5%) mentre quello dei prestiti alle famiglie accelera allā8,3% dal 7,9% di giugno (con un +9% per lāacquisto dellāabitazione).
Il tasso di crescita dei prestiti totali corretto per le cartolarizzazioni scende allā1,6% (2% in giugno). Per Adusbef e Federconsumatori si tratta di āun vero e proprio segnale di allarme circa la condizione delle famiglieā in particolare per quanto riguarda āla caduta del credito al consumoā. Mentre secondo il Codacons la crescita dei debiti delle famiglie dimostra che queste āsono al collassoā.
āGiĆ di per sĆ© ā spiegano Adusbef e Federconsumatori ā ĆØ grave quando le famiglie sono costrette a ricorrere allāindebitamento per i consumi, ma diventa allarmante quando le famiglie non sono neanche piĆ¹ in grado di indebitarsi, indice questo di una forte caduta della fiducia nelle prospettive del Paeseā. Secondo il Codacons il fatto che le famiglie abbiano aumentato ulteriormente i debiti āĆØ la prova del nove che sono al collasso. Ormai arrivare alla fine del mese senza indebitarsi ĆØ un privilegio che pochi possono permettersiā.