ROMA – Un piano “ammazza debito pubblico” che, nelle intenzioni degli ideatori dovrebbe ridurlo di 178 miliardi in cinque anni e di altri 150 nel quinquennio successivo. Tutto attraverso privatizzazioni, tasse sui capitali all’estero e acquisto obbligatorio di titoli pubblici da parte delle casse previdenziali. E’ la proposta arrivata sul tavolo del presidente del Consiglio Monti e del ministro dell’Economia Grilli, messa a punto da Franco Bassanini e Giuliano Amato, insieme a un’altra decina di esperti della Fondazione Astrid, che è, come spiega lo stesso Bassanini in una intervista al Sole 24 Ore ”fatto di misure praticabili, mentre altri piani non lo sono”.
Il piano, pubblicato anche dal Corriere della Sera, è un mix di interventi che otterrebbe un calo di 2,5 punti percentuali ogni dodici mesi del debito, e prevede la vendita di immobli; la valorizzazione delle concessioni; la cessione di partecipazioni quotate (come Enel, Eni, Finmeccanica) e non quotate (a partire da Poste italiane); l’imposizione agli enti previdenziali dei professionisti di aumentare la quota di investimenti in titoli di Stato; la tassazione (una tantum del 25% e a regime del 20%) dei capitali illegalmente tenuti in Svizzera, previo accordo con Berna; incentivi e disincentivi fiscali volti all’allungamento delle scadenze e alla riduzione del costo medio del debito pubblico.
Bocciata invece, spiega Bassanini, ‘l’idea cui qualcuno all’inizio era favorevole di una patrimoniale straordinaria” perché ”avrebbe un effetto depressivo”. Ma ”ci siamo preoccupati anche di evitare di proporre operazioni a forte rischio di riclassificazione da parte di Eurostat, cosi’ come abbiamo scartato l’idea del fondo garantito da asset tripla A che e’ alla base della proposta di Vegas” perche’ ”segmenta il debito pubblico”.
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