ROMA – Finora ci hanno detto che accendere elettrodomestici, tv, radio tra le 19 di sera e le 8 di mattina ci avrebbe fatto risparmiare, ma adesso non è più vero e in alcuni casi ci fa anche arrivare bollette più salate. Effetto-beffa della rivoluzione del mercato dell’energia elettrica e, in qualche modo, delle energie rinnovabili.
Cosa è successo? In sintesi: l’energia elettrica, nelle fasce serali, non è più così a buon mercato e anzi, in qualche caso il suo prezzo è addirittura superiore a quello delle “ore di punta”, la fascia oraria tra le 8 e le 19 che va dal lunedì al venerdì e che concentra i maggiori consumi. E questo perché? In qualche modo è l’effetto dell’irruzione sul mercato delle energie rinnovabili, eolico e fotovoltaico: 6.600 megawatt di potenza installata a fine 2011 per il primo e 12.500 megawatt per il secondo. Quando vanno a pieno regime, prevalentemente durante le ore diurne e quindi di “picco”, hanno diritto di precedenza su tutte le altre forme di energia. La conseguenza è che il parco delle centrali elettriche a gas, è stato via via confinato in orari periferici, e si attiva con minor frequenza. Ma per segfuire questi continui “stop&go” queste centrali comunque devono rimanere accese, in “standby” e questo ha un costo. Che va aggiunto ai rincari applicati dai gestori di queste centrali che tentano di recuperare l’introito perso dal minor uso delle centrali stesse. Ed ecco che l’effetto si vede sulle nostre bollette.
C’è da specificare comunque che chi ha stipulato contratti “biorari” sul libero mercato o non si è mai affidato a offerte alternative a quelle previste dall’Autorità (la “maggior tutela”) continuerà a pagare quanto previsto da ciò che ha sottoscritto (e finché dura il contratto). Chi ha optato per la formula che va per la maggiore sul mercato libero, quella “flat” (tutto compreso e prezzo bloccato per un periodo predeterminato), non vedrà differenze. Ma l’idea che la tariffa bioraria consenta di difendersi dagli aumenti in bolletta dovrà in qualche modo essere ripensata.
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