ROMA – Bonus Renzi da 80 euro: ecco come funziona, così come spiegato nel testo definitivo del decreto Irpef, che è iniziato a circolare soltanto ieri, 23 aprile, sei giorni dopo l’annuncio del varo dello stesso decreto dato da Renzi, nella conferenza stampa dei 10 tweet dell’#oraics.
Nel 2014 il bonus sarà di 640 euro, ovvero di 80 euro tondi al mese, per tutti i lavoratori dipendenti e collaboratori “assimilati” (co.co.co. e co.co.pro.) che hanno un reddito annuo lordo fra 8.000,01 e 24.000 euro. Il bonus si farà via via più ridotto fino ai redditi lordi da 26.000 euro: per i contribuenti oltre quella soglia di reddito non ci sarà nessun beneficio fiscale.
La natura del bonus: i 640 euro di bonus sono una somma esente da contributi e da imposte, che non va ad aumentare l’imponibile di Tfr ma che aumenta solo il netto della busta paga.
I 640 euro, precisazione importante, saranno solo per chi ha lavorato 12 mesi su 12: chi nel 2014 – per esempio – resterà tre mesi senza un impiego riceverà un bonus in frazione di dodicesimi, in questo caso nove dodicesimi di 640 euro, ovvero 480 euro. È una differenza non di poco conto per i lavoratori dipendenti part-time e precari.
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Il Sole 24 Ore, in una tabella a corredo di un articolo di Gianni Trovati, spiega l’impatto del bonus sul reddito dei lavoratori dipendenti. Per chi è a quota 9.000 euro lordi quegli 80 euro al mese significa un 7,3% di reddito disponibile in più nel 2014. A quota 12.000 il bonus comporta un 5,9% di reddito in più. Con 15.000 il beneficio è pari al 4,9%, a 17.000 del 4,4%, a 20.000 del 3,9%, a 23.000 del 3,4%.
A quota 24.500 l’importo del bonus comincia a calare: 480 euro, ovvero 60 euro al mese, un 2,4% di reddito disponibile in più. A quota 25.000 diventa di 320 euro, 40 al mese. A quota 25.500 il bonus sarà di 160 euro, 20 al mese, lo 0,8% di reddito in più.
Spiega Trovati sul Sole un aspetto importante: 640 euro sono per chi ha lavorato tutto l’anno, chi ha lavorato 9 mesi otterrà nove dodicesimi di quella cifra (480 euro):
“Ma nella versione finale del decreto si fa strada un’altra precisazione importante: il credito, spiega il testo (articolo 1, comma 2) «è rapportato al periodo di lavoro nell’anno». Le istruzioni ufficiali saranno probabilmente chiamate a chiarire più di un caso dubbio, ma il principio pare chiaro: chi lavora nel corso di tutto il 2014 ottiene i 640 euro pieni, chi lavora 10 mesi ha diritto a 10/12 (533 euro), se si lavora per sei mesi si ottiene il 50% (320 euro) e così via. In pratica, la distribuzione del bonus è articolata in otto mesi, da maggio a dicembre, ma il diritto si matura in dodici. Un meccanismo di questo tipo sembra comportare un’altra piccola estensione del bonus rispetto a quanto emerso fino a oggi, perché concederebbe una parte dell’aiuto anche a chi ha lavorato nei primi mesi dell’anno, quindi prima dell’entrata in vigore del decreto, ottenendo un reddito di almeno 8mila euro. Questo sistema, però, può determinare anche qualche complicazione: un lavoratore che vede finire il proprio rapporto a novembre ha diritto a 11/12 del credito che però, almeno nei casi in cui la cessazione non è già prevista per scadenza del contratto, per ora viene erogato intero, con la conseguenza di imporre un piccolo recupero ex post della somma data in eccesso”.
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