Cassa integrazione, quanto ci costa? Nel 2011 spesi 5 miliardi di euro

ROMA – La cassa di integrazione è costata 5 miliardi di euro nel 2011. Secondo le stime della Uil sono stati spesi 1,6 miliardi di euro per la cassa in deroga, 1,1 miliardi per l’ordinaria e 2,3 per la straordinaria. Le stime dell’Inps parlano di 18 miliardi di euro l’anno erogati ai lavoratori tra cassa di integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, indennità di mobilitazione e di disoccupazione. Delle 953 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate nel 2011 in Italia sarebbero state usati secondo il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua il 46 per cento. Nella riforma del lavoro il ministro del Welfare Elsa Fornero ha proposto indennità e reddito minimo per sostituire la cassa integrazione.

La Uil ha evidenziato che negli ultimi sei anni la cassa integrazione ordinaria è stata sempre in attivo: dagli 1,9 miliardi di euro del 2006 agli 1,7 miliardi del 2011. Inoltre una parte consistente degli ammortizzatori pesa su imprese e lavoratori, con 8,6 miliardi di euro versati nel 2011 nelle casse dell’Inps. Alla cassa integrazione ordinaria fanno ricorso le aziende che a causa di una riduzione o sospensione dell’attività, legata a temporanea difficoltà del mercato, hanno bisogno di aiuti per integrare o sostituire la retribuzione dei lavoratori. E’ dunque erogata in caso di crisi temporanee ed ha una durata che va da 13 settimane ad un massimo di 52 settimane nell’arco di due anni.

La cassa integrazione straordinaria invece è prevista per ristrutturazioni e riconversioni dell’impresa, che potrebbe comportare situazioni di esubero e dunque il licenziamento per i dipendenti. La durata va dai 12 ai 24 mesi, prorogabili di ulteriori 12 mesi, purché non si superino i 36 mesi in 5 anni. La cassa integrazione in deroga è invece prevista per coloro che non rientrano nei parametri fissati dalla cassa integrazione ordinaria e straordinaria.

Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, ha spiegato che delle 953 milioni di ore mese a disposizione nel 2011, “le ore effettivamente utilizzate nel 2011 sono il 46%”. Inoltre Mastrapasqua ha precisato che nel 2012 sembra esserci una lenta inversione, tanto che “per il 2012 intanto ci sono gli stanziamenti per gli ammortizzatori e che in caso di scadenza della cassa ordinaria e straordinaria può intervenire la cassa in deroga a prorogare i sussidi”.

Fulvio Fammoni, segretario della Cgil, ha detto: “Tuttavia la cassa non copre alcune tipologie di lavoratori: i contratti di collaborazione e le partite Iva che sono considerati come lavoratori autonomi pur non essendoli”, motivo per cui i sindacati per la riforma hanno proposto “una cassa estesa a tutti i lavoratori indipendentemente dalla tipologia di impresa”. Per il segretario della Uil Guglielmo Loy la soluzione potrebbe essere “alzare il costo previdenziale assistenziale per i contratti a termine non giustificati dalla stagionalità. Questo consentirebbe poi di avere un ammortizzatore più significativo di quello attuale”.

Per la cassa integrazione in deroga Fammoni propone: “Andare a regime con i contributi anche da parte di quelle imprese che ora ne sono escluse. Si può pensare a un meccanismo progressivo. I requisiti di accesso agli ammortizzatori sociali penalizzano i giovani e le diverse forme di lavoro non cumulabili. Tuttavia la cassa integrazione in questi anni ha funzionato, la maggioranza dei lavoratori è poi rientrata al proprio posto. Senza ci sarebbero stati 700-800 mila disoccupati in più”.

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