La Salini Costruttori e la Todini Finanziaria hanno firmato un accordo in base al quale Salini acquisisce il 60% del capitale della Todini Costruzioni, dando vita a un gruppo da oltre 1.200 milioni di euro di fatturato, con un portafoglio commesse di 8 miliardi e con un organico complessivo di 17 mila addetti.
L’iniziativa – sottolinea una nota – consente la nascita del terzo Gruppo italiano nel comparto delle infrastrutture subito alle spalle di Impregilo e Astaldi (queste ultime presenti da anni sul listino di Milano) e la creazione di una delle principali aziende europee. Gli advisor dell’operazione sono state Banca Imi e Bnp Paribas.
Entrambe le società hanno mantenuto la propria personalità giuridica, oltre che i rispettivi top manager e soci. Luisa Todini rivestirà la carica di presidente di Todini Spa e consigliere di amministrazione di Salini Costruttori Spa.
Vista la differente ripartizione degli affari del gruppo (la Todini nel 2008 ha fatturato circa il 58% dei suoi 500 milioni di giro d’affari in Italia, mentre la Salini è maggiormente presente sui mercati esteri) non si prevedono «significative sovrapposizioni né ridondanze strutturali».
Una precisazione che sta a significare che l’integrazione tra i due gruppi non comporterà significativi esuberi, anzi «con la Todini sommeremo le nostre capacità e i nostri saperi – ha fatto sapere Pietro Salini, che della Salini Costruttori Spa è anche amministratore delegato – e saremo ancora più competitivi sul mercato internazionale delle grandi opere, dove assume particolare importanza la dimensione e la forza finanziaria per far fronte alla crescita del valore dei progetti».
Proprio per quanto riguarda la “forza finanziaria” l’intervento delle banche appare decisivo: assieme ad Intesa Sanpaolo, probabile partner per sostenere l’impegno della Todini nell’ambito dei lavori legati alle prossime Olimpiadi invernali del 2014 a Sochi, il centro balneare russo del Mar Nero, confermano i rapporti da tempo esistenti coi due gruppi anche Bnl-Bnp Paribas, Unicredit e Mps come ha confermato Luisa Todini parlando di apporto “fondamentale” dato alle due società dal sistema bancario italiano.
Oggi Salini e Todini operano, oltre che in Italia, in 40 Paesi e quattro continenti (in particolare in Africa, Est Europa, Medio Oriente – Asia Centrale e America Latina) nei quali realizzano circa il 60% del fatturato e del portafoglio commesse acquisito.