ROMA – Gli italiani in crisi e sempre più poveri rinunciano alle vacanze, al riscaldamento in casa e a carne e pesce in tavola. L’Istat ritrae un Paese in cui, nel 2012, un residente su tre è a rischio povertà. Un dato che peggiora rispetto al 2011.
Cresce il numero di italiani che non possono permettersi una settimana all’anno di vacanze lontani da casa: nel 2011 erano meno di uno su due, adesso la soglia del 50% è stata superata, passando dal 46,7% al 50,8%. Ormai più di un italiano su cinque non può nemmeno permettersi di riscaldare adeguatamente la propria casa: due anni fa erano il 8,01%, l’anno dopo il 21,1%. In aumento anche chi non può permettersi una spesa imprevista ai 800 euro: nel 2011 erano il 38,6%, nel 2012 il 42,5%.
La crisi si fa sentire anche in cucina, e nel carrello della spesa scarseggiano carne e pesce: chi rinuncia a queste proteine è ormai il 16,8% degli italiani, nel 2011 era il 12,4%.
Chi se la passa peggio vive al Sud: qui quasi un italiano su due è a rischio povertà, il 48%. Colpite soprattutto le famiglie numerose o con un solo reddito, dove il rischio colpisce rispettivamente il 39,5& e il 48,3%. In difficoltà soprattutto gli anziani soli e i genitori single, divorziati o vedovi.
La metà delle famiglie italiane ha uno stipendio inferiore a 2.053 euro al mese, che al Sud e nelle Isole si riduce a a 1.677 euro mensili. Non mancano le diseguaglianze: il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,5% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta l’8%.
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