MILANO – Il rischio di una guerra in Ucraina spaventa i mercati: tutte le piazze hanno chiuso lunedì 3 marzo in profondo rosso. Compresa Mosca, con l’indice Micex che ha archiviato la giornata in calo del 10,8%. Anche il rublo è sceso in picchiata nei confronti di euro e dollaro:, attestandosi a quota 50,5 per un euro e a quota 37 per un dollaro. Gli effetti si fanno sentire anche sulle materie prime, con il petrolio che ha raggiunto i massimi da sei mesi. Perde invece terreno l‘euro, che finisce sotto 1,38 dollari. Male anche le piazze di Tokyo e Hong Kong.
A Piazza Affari il Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 3,34%, in linea con Francoforte (-2,96%). A soffrire sono soprattutto le aziende più esposte in Ucraina, Buzzi Unicem (-7,15%) e Unicredit (-6%). In Francia soffrono dei riflessi della crisi ucraina Renault, che esporta in quell’area, e Société Gènerale, che in quell’area ha partecipazioni.
Procede in ribasso anche Wall Street, che arretra rispetto al record di venerdì 28 febbraio nonostante l’indice Ism manifatturiero sia aumentato in febbraio.
In Italia lo spread tra BTp e Bund, che venerdì aveva chiuso sui minimi da due anni, risale a 190 punti base, con il rendimento del decennale benchmark italiano al 3,48%, sugli stessi livelli di venerdì 28 febbraio.