Tremonti: “Milano come l’Irlanda, meno tasse per attrarre investimenti”

Giulio Tremonti

MILANO – Meno tasse per attrarre investimenti (imprese ma soprattutto finanza) a Milano. E’ la proposta lanciata dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti nel suo intervento al Salone del Risparmio, organizzato da Assogestioni nel capoluogo lombardo. ”Facciamo shopping di regimi fiscali: se un regime di favore è buono in altri Paesi forse è buono anche qua”.

”Per l’attività finanziaria – ha spiegato il ministro – l’idea è di applicare a Milano i regimi fiscali che, per esempio, ci sono in Irlanda, per un tempo dato e a determinate condizioni”. Tremonti non è entrato nel dettaglio ma ha precisato che ”la bozza del decreto applicativo per l’attivazione finanziaria è pronta, andrà sul sito e sui giornali, sono benvenute critiche ed idee. Cerchiamo di fare di Milano qualcosa di più”.

Poco prima il sindaco, Letizia Moratti aveva indicato una rimodulazione dell’imposta municipale sugli immobili ”al ribasso per facilitare le imprese che investono nel nostro Paese”. E dal palco anche il presidente di Assogestioni, Domenico Siniscalco aveva sostenuto che ”l’ultima sfida che abbiamo è quella di Milano come piazza finanziaria”. ”Di invenzioni ce ne è una al giorno, di fatti uno ogni dieci anni, e pure scarso”. E’ stato il commento laconico del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, alla proposta del ministro.

Mentre il leader della Cisl, Raffaele Bonanni ha chiesto che ”una tassazione di vantaggio, simile a quella adottata in Irlanda” sia adottata ”per il Sud Italia, che è una realta’ largamente svantaggiata”. Tremonti, nel suo lungo discorso,è tornato poi ai parlare dell’Iri, il colosso del capitalismo di Stato protagonista del boom dell’Italia del dopoguerra. ”L’Iri è stata inventata ottant’anni fa ma nessuno è così pirla da rifarla”, ha ribadito il ministro dopo che, la scorsa settimana, il Tesoro ha dato il via libera ad un provvedimento che consentirà allo Stato di blindare l’avanzata di capitali stranieri in aziende ritenute strategiche. E, in tal senso, Tremonti ha precisato che il fondo strategico ”sul modello francese”, promosso dalla Cdp ”non non è costruito in una logica difensiva ma accrescitiva”.

Un concetto ripreso poi più tardi a Roma al termine di un incontro con i vertici di banche e Fondazioni sui piani di ricapitalizzazione in corso nel sistema bancario italiano. Il ministro si è tolto anche qualche sassolino nei confronti dei detrattori dell’Italia: ”Da dieci anni sento questa menata di un paese in declino, qualcuno deve iniziare a fare discorsi intellettualmente meno disonesti”, ha puntualizzato Tremonti precisando che ”il resto d’Europa non è così diverso da noi”. Semmai il problema del Paese è il dualismo: ”da una parte c’è molto (Nord) e dall’altra c’è troppo poco” (Sud).

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