MILANO – La Borsa promuove senza mezzi termini Fiat e il suo accordo con il fondo Veba per salire al 100% di Chrysler. Il titolo della casa automobilistica italiana, sul quale gli acquisti sono partiti a inizio seduta, è salito del 16,4% finale a 6,92 euro tra scambi pari al 6,4% del capitale. Molto bene Exor, cresciuta del 4,4% a 30,2 euro.
Il balzo di Fiat arriva in una seduta marginalmente negativa per la Borsa di Milano: l’indice Ftse Mib ha chiuso in perdita dello 0,20% a 18.929 punti.
Secondo Robert Naftaly, il presidente del comitato che guida il Veba, l‘accordo con Fiat per Chrysler era il “miglior risultato possibile. L’intesa è nel miglior interesse per i pensionati e le loro famiglie, per le quali il fondo offre servizi vitali di sanità”.
Più scettico il Wall Street Journal secondo cui ”trucco” usato da Fiat con Chrysler ”non è una panacea”: l’acquisizione non risolverà tutti i problemi della casa automobilistica italiana. E inoltre Chrysler porta in dote altro debito per Fiat. Lo afferma il Wall Street Journal, sottolineando che ”nell’acquistare una società aiuta il fatto di far pagare al target dell’acquisizione la maggior parte del costo dell’operazione”.
Fiat si farà carico solo di 1,75 miliardi di dollari per salire al 100% di Chrysler, mentre Chrysler contribuirà con 1,9 miliardi di dollari e altri 700 milioni di dollari nei prossimi quattro anni. E questo e’ positivo per Fiat e offre agli investitori una ragione per celebrare.
”Anche se intelligentemente Fiat ha diviso il costo” per rilevare la quota del United Auto Workers (Uaw), i fondi arrivano comunque sempre dal gruppo. Ma con un prezzo effettivo di 4,35 miliardi di dollari per il 41,5% di Chrysler (3,65 miliardi di dollari più i 700 milioni di dollari in quattro anni), la capitalizzazione implicita di Chrysler è di 10,5 miliardi di dollari. Se a questo si aggiungono il debito netto della società e gli altri obblighi, il valore di Chrysler sale a 26 miliardi di dollari, secondo le stime di Max Warburton, senior analyst at Bernstein Research.
La cifra è pari al 36% delle vendite annuali o 4,3 volte il profitto operativo lordo. Una volta che le due società saranno insieme, il valore di impresa aggregato sarà di 28 miliardi di euro (38 miliardi di dollari) su vendite annuali di 88 miliardi di dollari. L’unione quindi si traduce in una società che opererà sotto un sostanziale levegareg, con un debt to equity ratio di circa 3,5, in un settore ”pieno di sfide, incluso il possibile rallentamento in Brasile, le difficoltà in Europa e il fatto che ne’ Fiat ne’ Chrysler hanno” particolare trazione in Cina”.