ROMA, 5 DIC – Dagli oli deodorati ai vini falsi venduti in nero, dai formaggi imitati ai prodotti ittici anonimi, fino al pomodoro cinese spacciato come italiano. Le falsificazioni in campo enogastronomico non conoscono crisi. Tutt’altro: solo nel 2012 i 500mila controlli fatti dagli organi che vigilano sulla sicurezza alimentare hanno portato al sequestro di 28mila tonnellate di prodotti, per un valore economico di oltre mezzo miliardo di euro.
A tracciare il quadro dell’illegalità in campo alimentare è il dossier “Italia a Tavola 2013”, curato dal Movimento Difesa del Cittadino e Legambiente. Giunto alla decima edizione, ripercorre le indagini che l’anno scorso hanno evitato l’arrivo sulle nostre tavole di prodotti contraffatti e sofisticati.
Un caso eclatante è rappresentato dal settore vitivinicolo, in cui l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi ha registrato il maggior numero di sequestri (il 47%), pari a un valore di oltre 20 milioni di euro. Non minori gli illeciti rilevati dalle indagini del Comando carabinieri politiche agricole e alimentari sulla filiera del pomodoro e in particolare sulle produzioni Dop San Marzano e biologico: evocazione in etichetta e sui documenti di vendita di falsi marchi Dop, falsi disciplinari di qualità, assenza di tracciabilità. Il settore è stato oggetto di attenzione dal 2010, quando l’importazione di origine extra Ue è aumentata del 187%. Importato dalla Cina, il triplo concentrato di pomodoro veniva trasformato e confezionato in Italia con etichetta Made in Italy.
Nel complesso sono state sequestrate 4.569 tonnellate. Tra i prodotti a rischio figurano anche quelli ittici. Le Capitanerie di Porto hanno riscontrato molteplici casi di cattiva conservazione, e nei controlli sulla pesca marittima sono stati individuati quasi 3 mila illeciti, il 72% dei quali connessi all’etichettatura e alla tracciabilità. ”Il consumatore continua a essere vittima inconsapevole delle frodi alimentari”, dice Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino, che chiede ”pene più severe, vero deterrente per i falsari del cibo”. ”Garantire la sicurezza alimentare non solo è sinonimo di salute per i cittadini – aggiunge il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – ma è anche fondamentale per custodire il patrimonio di sapori e le tipicità dei nostri territori”. .
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