Generali, il vero vincitore è il mediatore Caltagirone

ROMA – Il vero vincitore in Generali dopo le dimissioni dell’ex presidente Cesare Geronzi? Non è Gabriele Galateri, ma Fracesco Gaetano Caltagirone, passato da mediatore nello scontro tra Geronzi e il patron di Tod’s Diego Della Valle a presidente vicario del Leone.

Scrive Gianmaria Pica sul Riformista: “Galateri è sì il vincitore numero uno, me è anche il simbolo dell’ascesa degli anti-geronziani: per esempio Diego Della Valle che nelle scorse settimane aveva duramente attaccato l’operato dell'”arzillo vecchietto” Geronzi”.

Un discorso simile, spiega Pica, si può fare per i perdenti: “Le dimissioni di Geronzi rappresentano la sconfitta di quel sistema – ‘tessitura di trame’ – che ruota intorno all’asse di ferro tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il banchiere dimissionario: perdono un punto di riferimento finanziario anche Tarak Ben Ammar, Ennio Doris e Salvatore Ligresti”.

Ma, apputno, è Caltagirone il vero vincitore: nella battaglia all’interno del Leone ha fatto il mediatore, senza schierarsi. Quando, nella mattina del 6 aprile, è arrivata la notizia che al cda straordinario di Generali sarebbe stata presentata una mozione si sfiducia contro Geronzi firmata da una decina di consiglieri, Caltagirone lo ha convinto a rassegnare le dimissioni.

Il finanziere romano “non ha mai nascosto la soddisfazione di tenere le redini del consiglio di Generali dopo l’uscita di Geronzi. Qualcuno ha anche creduto che riuscisse a diventare il nuovo presidente del Leone. E per due giorni e mezzo ha svolto quella funzione. Secondo l’articolo 33 dello statuto Generali ‘il presidente assente o impedito è sostituito in tutte le sue attribuzioni da un vicepresidente. La sostituzione spetta a quello dei vicepresidenti che ricopra anche la carica di amministratore delegato; se più sono i vicepresidenti che ricoprano la carica di amministratore delegato, o se nessuno di essi ricopra tale carica, la sostituzione compete al più anziano di età’.”

Tra i tre vicepresidenti delle Generali ( l’ad di Mediobanca Alberto Nagel, il fracese Vincent Bolloré e lo stesso Caltagirone) l’ingegnere, con i suoi 68 anni, è risultato il più anziano. Ha assunto la presidenza del gruppo assicurativo per tre giorni, dal 6 all’8 aprile. “E se un giorno Caltagirone diventasse presidente dell’assicuratrice, sottolinea Pica, dovrebbe la sciare la vicepresidenza di banca Monte dei Paschi di Siena. Una rinuncia non problematica per Caltagirone: la presidenza del Leone, infatti, gli garantirebbe un posto in Rcs, editrice del Corriere della Sera, suo principale concorrente”, considerato che Caltagirone è proprietario del gruppo editoriale che possiede Il Messaggero e Il Mattino.

Caltagirone è poi un azionista rilevante in Generali, con il suo 2,24 per cento. E sta rafforzando la propria partecipazione in Acea, l’utility romana che si occupa di acqua ed energia. Da quanto emerge dalle comunicazioni del gruppo, nel mese di marzo l’imprenditore capitolino ha acquistato azioni Acea per un controvalore di circa 5,55 milioni di euro, portandosi al 14,89 per cento dal precedente 14,75 per cento.

Non solo: secondo una ricostruzione del settimanale Il Mondo riportata da Pica, “Caltagirone ha riorganizzato la sua holding immobiliare Ugi con la costituzione di quattro minio holding: Alberone 2009, Corso 2009, Pantheon 2009 e Leone 2009. Tutte e quattro le newco, scrive il settimanale, si occupano di edilizia e in particolare ‘l’acquisto, la costruzione, la vendita, la gestione e la locazione di beni immobili e di infrastrutture’, nonché ‘l’attività di appalto nel campo edilizio o immobiliare in genere’.

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