ROMA – Giorgio Armani scuce 270 milioni di euro al Fisco. Mercoledì scorso Giorgio Armani ha versato un assegno di 270 milioni al Fisco: è l’ammontare della transazione cui lo stilista ha avuto accesso dopo la verifica della Guardia di Finanza su tre società estere del gruppo sulla regolarità delle imposte tra il 2002 e il 2009. La creazione di alcuni satelliti operativi all’estero fu introdotta nel 2000 e per non avere problemi il gruppo Armani (2 miliardi in ricavi nel 2012) fece precedere il nuovo assetto societario con una lettera-interpello all’Agenzia delle Entrate, una sorta di nulla osta preventivo.
Nel 2009 le scelte del management si orientarono verso il recupero di una direzione strategica nazionale e del ripristino conseguente del domicilio fiscale in Italia di queste società. Secondo la Guardia di finanza quelle società estere anche prima del 2009 avevano l’effettivo domicilio fiscale in Italia. Con questo accordo (la transazione da 270 milioni) il Gruppo Armani sana definitivamente la questione delle imposte pagate all’estero e riduce gli importi delle sanzioni: ogni tipo di contenzioso fiscale viene oggi archiviato. Negli ultimi tre anni le tasse del gruppo Armani ha avuto questa evoluzione: nel 2012 ha pagato un’aliquota fiscale effettiva del 44,8% rispetto al 38,5% dell’anno precedente e del 28,5% nel 2010.
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