ATENE – La crisi uccide. Lo fa in Grecia, dove il tasso di suicidi è cresciuto in un anno del 40 per cento. Persone, soprattutto uomini tra i 35 e i 60 anni, che si suicidano perché non hanno più nulla. E non vedono una via d’uscita.
In realtà, sottolinea il Wall Street Journal, i suicidi potrebbero essere molto più numerosi, perché in Grecia il suicidio è considerato una vergogna, e molti parenti dei morti cercano di far passare il decesso per un incidente.
Al mercato di Heraklion, capoluogo dell’isola di Creta, ci sono stati tre suicidi in poco tempo. Per un uomo non riuscire più a sfamare la famiglia è un questione d’onore.
L’organizzazione Klimaka, che gestisce un telefono amico per la prevenzione dei suicidi, riceveva un tempo circa 10 telefonate al giorno. Ma ora vi sono giorni in cui le chiamate sono 100. A cercare aiuto sono uomini finanziariamente rovinati fra i 35 e i 60 anni. “Hanno perso la loro identità di marito che porta il pane a casa e non si sentono più uomini secondo i nostri standard culturali”, spiega lo psicologo Aris Violatzis.
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