Grecia: Tsipras incontrerà Merkel, Hollande, Draghi, Juncker e Dijsselbloem

Grecia: critiche da Ocse, Troika e Juncker. Tsipras: Non mi fate paura. Borse giù
Alexis Tsipras con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker (LaPresse)

BRUXELLES – Continua il muro contro muro fra le principali istituzioni finanziarie internazionali (Ocse, Ue, Fmi) e il premier ateniese Alexis Tsipras. Le Borse vanno giù e il pericolo “Grexit” si fa sentire anche sullo spread fra Bund tedeschi e Btp italiani, essendo il nostro Paese il primo anello debole dell’Euro che finirebbe nel mirino dei mercati nel caso che la Grecia abbandonasse la moneta unica.

Aggiornamento delle 18.30: il presidente della Ue Donald Tusk, su richiesta del premier Tsipras, ha convocato un incontro sulla Grecia domani sera dopo il Consiglio europeo al quale parteciperanno Tsipras, Merkel, Hollande, Draghi, Juncker e il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem.

La giornata. Stamattina l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. In inglese Oecd, Organisation for Economic Cooperation and Developement) ha diffuso il rapporto Interim Assessment, in cui tra l’altro ha rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil per Italia, Germania e Francia.

A margine della presentazione il capo economista Ocse Catherine Mann ha dichiarato che la Grecia di Tsipras dovrebbe smetterla di litigare con le istituzioni finanziarie internazionali e iniziare a migliorare dall’interno la propria economia: “La cosa migliore per la Grecia, l’eurozona e tutta l’Unione Europea è che Atene risolva le sue divergenze con le istituzioni finanziarie internazionali, e vada avanti con il tipo di politiche economiche che possono portare ad un miglioramento del contesto economico interno della Grecia”.

Nel rapporto Ocse ci sono anche critiche per l’Unione Europea: “Le regole di bilancio dell’area euro sono essenziali alla stabilità dell’unione monetaria, ma la loro complessità ha creato incertezze negli scorsi anni, anche a causa del ripetuto ricorso ad estensioni ad hoc delle scadenze per le azioni correttive”. L’Ocse auspica “una discussione aperta” in seno all’eurozona “su come rendere le regole più efficaci e più credibili”.

Critiche ancora più dure alla Grecia arrivano dalla Troika, ovvero dai funzionari di Fondo monetario internazionale, Bce e Commissione Ue. In una breve e tesa conference call ieri (17 marzo) con alti funzionari dei ministeri delle Finanze dell’Eurozona, avrebbero lamentato che la Grecia non sta né rispettando i termini dell’accordo del 20 febbraio né cooperando con i creditori. La ricostruzione è della Bloomberg: particolarmente veementi sarebbero state le osservazioni del Fmi, che avrebbe descritto la Grecia come i Paesi meno collaborativo incontrato nei suoi 70 anni di vita. Il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker è sulla stessa lunghezza d’onda: “Sono preoccupato per la Grecia e non sono soddisfatto dei progressi degli ultimi giorni”.

Tsipras, parlando davanti al parlamento greco, ha detto che “non prenderemo ordini dai tecnici” e che “la troika ha chiesto solo licenziamenti”. Il premier di Syriza ha dichiarato che il governo greco solleverà davanti al consiglio Ue il problema dei rapporti con i “tecnici”, aggiungendo che i partner europei “non ci spaventeranno” con minacce che si dimostrano vuote. Perché “la troika ha chiesto alla Grecia soltanto licenziamenti, non riforme reali: chi finge d’interessarsi alle riforme è “ipocrita”. Il Parlamento greco ha votato il disegno di legge che contiene il provvedimento contro la crisi umanitaria, nonostante il “veto” di un alto funzionario europeo nei negoziati privati. Sul provvedimento hanno votato sì anche i rappresentanti di Nuova Democrazia, il partito di centrodestra dell’ex premier Antonis Samaras, principale oppositore di Tsipras.

La reazione dei mercati è preoccupata. La Grecia sta pagando caro l’incertezza in termini di interessi sul debito, avendo dovuto vendere a un tasso del 2,7% 1,3 miliardi di titoli di Stato con scadenza a 13 settimane (3 mesi) e subendo un aumento dello spread, la differenza di rendimento con i titoli di Stato tedeschi (bund), fino a 1.062 punti base, per un tasso di rendimento sui buoni pluriennali al 10,82%. L’indice Ase della Borsa di Atene è sceso del 4,1%, con i titoli bancari a meno 9%.

Un effetto collaterale della crisi greca che ci interessa da vicino è quello sullo spread, oggi risalito sopra i cento punti a quota 112 (tasso dell’1,32%). I mercati infatti ritengono l’Italia il prossimo “problema” dell’Eurozona, nel caso di Grexit, di uscita della Grecia dall’Euro. Contraccolpi anche sui Bonos della Spagna (spread 108 punti).

A Bruxelles preparano il vertice con Alexis Tsipras cercando di allargarlo il più possibile. Formato, momento e sede dell’ incontro con Merkel, Hollande, Juncker e Draghi chiesto dal governo greco a margine del Consiglio europeo “saranno decisi” dal presidente Donald Tusk: lo indicano fonti europee lasciando intendere che il mini-vertice potrebbe essere allargato e tenersi venerdì. Il tema Grecia non è nell’agenda del summit Ue, ma “l’accordo raggiunto all’Eurogruppo dal nuovo governo greco a livello di ministri”, la sua messa in atto e lo stato delle finanze greche “meritano una discussione”, indicano le fonti.

Dal canto suo la Bei (Banca Europea degli Investimenti), ha annunciato – per bocca del vicepresidente Dario Scannapieco –  a margine dell’audizione alla Commissione Bilancio della Camera sul piano Juncker: ”Fintanto che ci saranno progetti credibili in Grecia, noi faremo la nostra parte”. Quanto alla proposta avanzata dal ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, di un ”piano Merkel” con l’acquisto da parte della Bce di titoli della Bei, Scannapieco osserva che ”non abbiamo problemi di raccolta e quindi non servono interventi della Bce”. ”Durante la crisi – afferma Scannapieco – abbiamo sostenuto progetti in Grecia e lo stiamo continuando a fare. Seguiamo con attenzione gli sviluppi ma essendo una banca orientata sui progetti ci concentriamo su quelli”.

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