Grecia, soldi in cassa fino al 20 luglio. E ritirano 500 milioni al giorno

(LaPresse)

ATENE – Nella cassaforte rimangono due miliardi di euro. Sembrano tanti e invece sono pochi, pochissimi. Perché la cassaforte non è quella di un privato, è quella di uno Stato, la Grecia. E quei 2 miliardi di euro (per ora usano ancora la moneta unica) servono a pagare gli stipendi e a mandare avanti tutta la macchina amministrativa. Il conto in Grecia lo hanno fatto subito: due miliardi significa stipendi e conti pagati fino al 20 luglio. Poi basta. Default. Bancarotta che in Grecia molti sembrano iniziare a dare per scontata.

Tutto confermato indirettamente da un’altra  cifra, quella dei prelievi bancari. Un banchiere che sceglie di restare anonimo racconta che sono quintuplicati. Fino a qualche giorno fa, in media, i greci andavano al bancomat o allo sportello e prelevavano un totale di 100 milioni di euro al giorno. Oggi, di milioni,  ne prelevano in media 50o. N0n può significare solo crisi, lo scarto è troppo vasto.  Significa fuga e mettersi al riparo in attesa che la situazione precipiti.

A completare il quadro ci si mette un funzionario della banca centrale di Grecia secondo cui le famiglie dalle prime avvisaglie della catastrofe (2009) a oggi, hanno ritirato dai conti correnti 72 miliardi di euro. Ancora  una volta troppi per essere semplicemente un prelievo indotto da difficoltà economiche.

La fonte che fa i calcoli sul fondo cassa non è ufficiale visto che la cifra viene da un quotidiano, Kathimerini, che si guarda bene dal fare nomi. Altri giornali però dicono che i conti li ha fatti il reponsabile del settore finanze di Syriza, il partito politico di estrema sinistra dato per probabile vincitore alle politiche in programma domenica prossima. Curiosità: un sondaggio rivela che 7 greci su 10 vorrebbero rimanere nell’Euro. Probabile. Certo che se vince Syriza sarà difficile.

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