Imprese italiane insolventi? Colpa della bolletta della luce: la più cara in Ue

Il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini (Lapresse)

ROMA – Se le imprese italiane, come dice la Bce, “sono a rischio insolvenza” la colpa è anche della bolletta della luce. La denuncia arriva dalla Confartigianato che mettendo a confronto i prezzi dell’energia elettrica per uso industriale, dimostra che le imprese italiane pagano il 35,6% in più rispetto ai concorrenti europei. Tradotto: ogni azienda paga un balzello di 2259 euro in più all’anno. Un gap che produce un esborso di 10, 1 miliardi l’anno.

La tendenza è nota da tempo, ma con la crisi è peggiorata: se si considera che nel 2009 il divario era fermo al 26,5 per cento, in soli due anni c’è stato un balzo di 10 punti. A dare impulso al fenomeno, secondo Confartigianato, è stato il fisco: le tasse versate a vario titolo incidono infatti per il 21,1 percento sulla determinazione del prezzo finale dell’energia. In Italia si pagano 4,65 euro d’imposta per ogni 10 kwh consumati. Un costo altissimo se paragonatio ai 3,51 della Germania,  l’1,42 della Francia,  lo 0,71 della Spagna o, addirittura, lo 0,47 della Gran Bretagna.

Inutile dire che il gap incida sui costi e sulla competitività delle imprese italiane, specie le pmi che sono la maggioranza in Italia. Il presidente della Confartigianato, Giorgio Guerrini, avverte che a complicare ulteriormente la situazione ci si mette anche il “Decreto Sviluppo che ha rideterminato gli oneri a carico del sistema elettrico riservando un trattamento di favore alle grandi imprese a forte consumo”. Servirebbe, dice, “una riforma strutturale che apra alla vera concorrenza i settori dell’elettricità e del gas”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie