ROMA – Stop Imu 2013, aumenta la benzina: più tasse per coprire 227€ a testa. Per scongiurare una tassa, quella sulla prima casa, 227 euro l’anno per l’italiano proprietario medio (24 milioni di proprietari compreso chi già non pagava), per inalberare lo scalpo dell’Imu a puro scopo di marketing politico, alla fine si è consentito al fisco di sbizzarrirsi a caccia delle risorse compensative: la soluzione, come al solito, sembra essere un aumento delle accise sui carburanti, più tasse su giochi, alcolici e sigarette. Anche per eliminare una tassa che, per più di un terzo dei proprietari di casa, costa meno di 100 euro l’anno.
L’equazione resta la stessa: ridurre le tasse aumentando altre tasse. Cosa che fra l’altro era stata tassativamente esclusa dal ministro dello Sviluppo Zanonato. Senza contare che, pur con alcuni squilibri soprattutto a svantaggio di chi abita nelle grandi città, l’Imu 2012 si è rivelata una vera imposta progressiva, dove chi più ha più contribuisce.
Stante l’illusoria percorribilità di altri tagli alla spesa pubblica specie nella fase finale dell’anno, solo la partita di giro fiscale consegue l’obiettivo di non sforare il tetto massimo del 3% nel rapporto deficit-Pil su cui vigila il cane da guardia di Bruxelles senza che nulla un qualsiasi governo italiano possa dire o fare per attenuare il carico annuale di 45 miliardi per i prossimi 20 anni, che servono a ridurre il debito fino al 60% del Pil cui ci impegna il famoso fiscal compact sottoscritto.
E’ paradossale come l’eliminazione dell’Imu, sventolata come un vessillo anti-tasse e addirittura quale baluardo della tenuta politica del governo e della stabilità interna, si sia rovesciata nel suo contrario, in un formidabile pretesto cioè, per raschiare il fondo del barile della raccolta fiscale. Con la “scusa” della copertura finanziaria.
Al momento, a qualche ora dal Consiglio dei ministri decisivo, la prima rata dell’Imu, quella che si sarebbe dovuta pagare a giugno e che è stata fatta slittare a settembre, non si pagherà. Anche se rimane comunque aperta l’ipotesi che il Consiglio dei ministri dia il via libera allo stop alla prima rata, rinviando a un secondo momento la decisione definitiva sulla seconda. Per ora, a rischio c’è la deducibilità per i beni delle imprese: l’ipotesi è di limitare il beneficio solo al 50% e non sugli acconti.
In ogni caso il Cdm non esaurirà oggi gli altri impegni presi per i quali non è ancora certa la copertura finanziaria e il sigillo della Ragioneria dello Stato: aumento Iva ad ottobre (cancellarlo, modularlo, lasciarlo in vita), l’ulteriore finanziamento della cassa integrazione in deroga e le missioni internazionali (alla fine, compreso l’abbattimento dell’Imu, sono 6 miliardi totali).
Irpef e benzina. Riepilogando, vediamo in dettaglio le coperture, tra nuove tasse e gettiti “virtuali” perché ancora tutti da dimostrare. L’aumento delle accise sui carburanti dovrebbe garantire 500 milioni per coprire lo stop alla prima rata Imu (quella di settembre). Torna poi l’Irpef sulle case sfitte ma solo in parte: gli immobili non locati faranno parte dell’imponibile anche per le relative addizionali, ma nella misura del 50%.
Giochi. Ripescando una norma della finanziaria 2006 sulla definizione delle liti agevolate con la Corte dei Conti, si punterebbe alla sanatoria delle multe (2,5 miliardi) comminate alle società che gestiscono le new slot (anche bar e tabaccai) alzando l’entità delle multe condonate dal 20% al 30%. Moratorie frutto e occasione di controversia giuridica così come è tutta da verificare la stima di un aumento del gettito perché a un aumento indiscriminato delle tasse su alcolici, sigarette ecc… è più facile che segua una contrazione dei consumi, con relativo restringimento dell’imponibile.
Pagamenti PA. Si prevede che lo sblocco dei crediti alle imprese dell’ordine di 10 miliardi garantirà un maggior gettito Iva di 1,2 miliardi che potrebbe compensare lo stop alla rata Imu di dicembre.
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