ROMA – E’ al vaglio del governo l’ipotesi di rendere l’Imu sulla prima casa “facoltativa” a partire dal 2013: ovvero dal prossimo anno potranno essere i singoli comuni a decidere se continuare a tassare le prime case o meno. Solo un’ipotesi alla quale stanno lavorando gli esperti del ministero, al momento, ma che fa gola a tanti.
Per evitare che tutti i comuni in massa decidano per l’astensione (soprattutto per compiacere i cittadini-elettori) l’idea del ministero è quella di far confluire integralmente alle casse dei Comuni i ricavati dall’Imu di prime e seconde case ma anche di bloccare i trasferimenti dallo Stato ai Comuni della stessa cifra che verrebbe a mancare per la mancata tassazione della prima casa. Così per i conti dello Stato non cambierebbe nulla, mentre i sindaci avrebbero qualche motivo in più per mantenere la tassa sulla prima casa. E non si rischierebbe di far crollare il gettito dall’Imu, che nel 2012 è previsto di 3,4 miliardi di euro.
Intanto i sindaci si stanno interrogando come risquotere le somme dell’Imu evase. Finora c’era Equitalia ma la gran parte dei comuni ha deciso di “licenziarla” e dal primo gennaio 2013 non ci sarà più. L’Anci, l’associazione dei comuni, sta allora pensando di creare una propria società di riscossione partecipata per il 49% da soci da selezionare attraverso una gara pubblica tra “soggetti patrimonialmente solidi che abbiano già dimostrato di operare con efficienza nella riscossione”. Ovviamente, spiegano, la società di riscossione dell’Anci non pretenderebbe un aggio del 9% come Equitalia e sarebbe più comprensiva verso i contribuenti in difficoltà.