Intercettazioni: JPMorgan registrava i suoi sulle perdite, l’Fbi usa quei nastri

NEW YORK – JPMorgan mentì, o comunicò dati falsati in ordine alle perdite di 6 miliardi di dollari procurate da un suo ufficio distaccato a Londra? Sul New York Times del 12 ottobre un articolo svela le “strane” modalità con cui gli investigatori stanno cercando prove dirette di responsabilità concentrandosi su un gruppo di 4 traders ed accertarne le eventuali infrazioni. Su JPMorgan (la città di New York intenterà una causa civile per lo scandalo derivati del 2006)) ha aperto un dossier la Securities and Exchange Commission (la Consob inglese) ma anche l’Fbi potrebbe (lo rivela una fonte anonima) procedere a qualche arresto. La stranezza riguarda il modo con cui gli investigatori hanno avuto accesso alle conversazioni registrate, a scambi di sms, a file inviati, a corrispondenze via mail: tutto il materiale è stato gentilmente offerto da JPMorgan. Non si tratta cioè del risultato di difficili operazioni nascoste di intercettazioni ambientali o della consegna coatta dello stesso materiale.

Le telefonate registrate, in parte pratica di routine nelle procedure interne di JPMorgan, suggeriscono una doppia finalità del gruppo in questione: addomesticare i dati garantendo un voto più favorevole a scommesse azionarie pericolanti  e nascondere anche ai vertici di New York la realtà delle perdite, sperando in tardive resurrezioni di titoli e derivati ampiamente smentite dal responso dei mercati. A maggio, all’epoca della scoperta delle perdite la cifra che circolava e che imbarazzava il ceo Dimon, era di 2 miliardi di dollari: sarebbe lievitata a 6 miliardi. L’inchiesta non sarà facile, nonostante l’abbondante messe di testimonianze dirette. Dimostrare in un’aula la volontà certa di frodare i clienti è complicatissimo, specie rappresentare i contenuti della frode a una giuria. Parliamo di una materia ostica per definizione, dove per esempio è difficilissimo stabilire se le dichiarazioni di un trader siano ascrivibili all’ambito della previsione, anche errata, o della menzogna deliberata. Resta il fatto che l’uso delle intercettazioni interne rappresenta una estensione del ben noto principio che “ogni cosa che dichiari può essere usata contro di te”.

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