CITTA’ DEL VATICANO – Nel corso della visita di un gruppo di giornalisti allo Ior, il direttore generale Paolo Cipriani ha spiegato giovedì la vicenda del sequestro del conto di 23 milioni di euro da parte della Procura di Roma. Nel dicembre del 2010 fu sequestrato un trasferimento anonimo di 23 milioni di euro che transitava dallo Ior alla JP Morgan di Francoforte (per 20 milioni) via Credito artigiano e alla Banca del Fucino (per tre milioni). ”Sono andato spontaneamente dai pm di Roma con il presidente – ha ricordato Cipriani – e ho dato le informazioni. A giugno del 2011 c’e’ stato il dissequestro dei fondi ma per motivi amministrativi siamo ancora in attesa di poterli utilizzare e sono ancora presso il Credito Artigiano”.
Il direttore generale ha anche precisato i rapporti con JP Morgan Chase, che a marzo, come riferi’ il Sole 24 Ore, chiuse il conto dello Ior, accusando l’istituto vaticano di non aver voluto dare informazioni sulla titolarita’ dei movimenti. ”JP Morgan ha fatto domande che di solito fa l’autorita’ di vigilanza”, ha spiegato oggi Cipriani. ”Non e’ che non avevamo risposto – ha aggiunto -. Noi rispondiamo, e non mi sembrava niente di trascendentale, ma per loro non era sufficiente. Mi domando perche’ le domande non ce le ha fatte direttamente l’autorita’ di vigilanza”.
”Lo Ior puo’ fornire informazioni all’Aif – l’Autorita’ d’informazione finanziaria della Santa Sede – anche per operazioni precedenti al primo aprile 2011”. Lo ha precisato oggi il direttore generale dello Ior, Paolo Cipriani, incontrando con i giornalisti, a proposito di quanto apparso sui media in relazione al fatto che uno delle questioni aperte per l’adesione del Vaticano alle norme internazionali antiriciclaggio riguardasse proprio la possibilita’ di fornire chiarimenti ad altre istituzioni o Stati su movimenti sospetti avvenuti in passato. Cipriani ha spiegato che l’Aif, che e’ l’Autorita’ di controllo vaticana cui possono fare riferimento soggetti esterni per avere chiarimenti, puo’ chiedere allo Ior ragguagli su operazioni precedenti all’aprile 2011, e quindi anche a prima che entrasse in vigore la normativa antiriciclaggio della Santa Sede.
”L’asset generale dell’istituto è di circa 6 miliardi di euro” ha precisato poi Cipriani. ”Esiste una piccola riserva aurea alla Federal Reserve – ha aggiunto – mentre gli investimenti non superano il 5% dell’asset e sono piuttosto contenuti oltre che di basso rendimento in quanto hanno la funzione di proteggere il capitale e non quello di creare utili”. ”Non abbiamo rapporti con banche o Stati offshore, ci sono controlli sui trasferimenti di denaro”, ha ancora detto Cipriani, ed e’ garantita ”la tracciabilita’ dei bonifici”.
Cipriani sottolinea che “non c’è stata alcuna fuga di capitali dall’entrata in vigore della legge 127” sulla trasparenza finanziaria, anzi ”la raccolta è costante da diversi anni”. Cipriani ha anche spiegato che lo Ior non fa investimenti ”speculativi” ma di ”protezione del capitale”. ”Sento dire che diamo rendimenti del 12 per cento – ha detto – ma questo sarebbe impossibile con il tipo di investimenti che facciamo noi, che sono sempre molto cautelativi, a basso rischio”.