ROMA – “Italia fuori dall’euro: 5/10% di possibilità”, stima Bridgewater. “La situazione politica in Italia inizia a suggerirci che il poco plausibile sia una possibilità (probabile al 5-10%) che in Italia emerga un governo che non intende cooperare o restare nell’euro”. Da questo, discende che “la possibilità del 5-10% che l’euro salti richiede attenta considerazione”. Lo scrivono gli analisti di Bridgewater, più grande hedge fund del mondo, un colosso che gestisce un portafoglio di 130 miliardi di dollari di partenza. A carpire questa indicazione ad uso interno per gli investitori di Bridgewater, è Federico Fubini con la sua coprrispondenza da Honk Kong per conto del Corriere della Sera (5 aprile). Lo stallo politico italiano è uno dei problemi maggiori che rischiano di scompaginare la stabilità finanziaria europea: il titolo del rapporto è chiaro, “Può l’Italia far saltare l’euro?”
La risposta, 5/10% di possibilità, non è affatto rassicurante. La percentuale sembra trascurabile, ma che direste se messi di fronte a una possibilità su 10 che un ordigno nucleare esploda? “Atomic bomb”, così viene definito la potenziale minaccia costituita dalla conclamata ingovernabilità italiana sul mercato finanziario globale. Il quadro dipinto dagli analisti è horror:
“La situazione economica in Italia non è mai stata così depressa dalla fine della Seconda guerra mondiale, il Prodotto interno lordo è ancora in caduta, le banche sono in condizioni terribili, i prestiti al settore privato sono in grande tensione e la Banca centrale europea non fornisce il giusto grado di sostegno monetario”.