ROMA – Fra Italia e Germania non c’è partita, per quanto riguarda la burocrazia relativa alle imprese: un’azienda italiana impiega 269 ore all’anno (contro le 218 di una tedesca) per pagare le tasse, può essere sottoposta a 97 controlli da 16 diverse agenzie, impiega 233 giorni e mezzo (97 in Germania) per avere il permesso di mettere su un capannone, 124 giorni (17 in Germania) per allacciarsi alla rete elettrica, 1.185 giorni (394 in Germania) per risolvere delle controversie commerciali.
Paolo Baroni de La Stampa fa il confronto fra Italia e Germania, grazie ai dati Doing Business rielaborati dalla fondazione David Hume.
TASSE. In Italia (fonte Associazione dottori commercialisti triveneto) c’è una scadenza fiscale ogni 6 ore e 45: è la media che viene fuori dagli 888 adempimenti richiesti dal Fisco italiano spalmati su 250 giorni lavorativi. Gli imprenditori passano 269 ore all’anno per pagare le tasse (33 giorni lavorativi). La media europea è 163 ore (132 in Francia, 218 in Germania)
APRIRE UN’IMPRESA. È l’unico confronto dal quale usciamo (parzialmente) vincitori: da noi apri un’impresa (quando sentite il termine start up, si tratta di questo) in 6 giorni attraverso 6 procedure. In Germania ci vogliono 14 giorni e mezzo e 9 procedure. Ma il costo che affronta chi inizia un’avventura imprenditoriale in Italia è del 14,2% in rapporto al reddito medio pro-capite. In Germania basta il 4,7%. Con quel 14,2% siamo diciassettesimi sui 17 Paesi dell’area euro.
PERMESSO DI COSTRUZIONE. Per ottenere il via libera alla costruzione del capannone, un impresa italiana deve passare per 11 procedure, aspettare in media 233 giorni e mezzo, spendere il 186,4% del reddito medio pro-capite. In Germania bastano 9 procedure e 97 giorni per un costo pari al 46,7% del reddito medio pro-capite.
ALLACCIAMENTO ALLA RETE ELETTRICA. In Italia per “vedere la luce” bisogna aspettare 124 giorni, passando per 5 procedure e affrontando una spesa pari al 215,9% del reddito medio pro-capite. In Germania un’impresa ottiene la corrente elettrica in 17 giorni, attraverso 3 procedure e pagando il 46,9% del reddito medio pro-capite.
IMPORT-EXPORT. Per esportare, un’impresa italiana deve compilare 3 documenti e aspettare in media 19 giorni, con un costo di 1.195 dollari a container. A una tedesca servono 4 documenti e 9 giorni di attesa, pagando 905 dollari a container. Per importare in Italia servono 3 documenti e 18 giorni, spendendo 1.145 dollari a container. In Germania 4 documenti e 7 giorni.
RISOLUZIONE CONTROVERSIE. I tempi della giustizia italiana scoraggiano le imprese: per risolvere una controversia commerciale ci vogliono in media 1.185 giorni, passando per 37 procedure. In Germania i giorni si abbassano a 394 e le procedure a 30.
PROCEDIMENTO DI BANCAROTTA. Stessa cosa quando le cose si mettono per il peggio: per un procedimento di bancarotta da noi ci vogliono 1,8 anni in media e un costo del 22% sul valore della proprietà. In Germania bastano 1,2 anni e un costo pari all’8% del valore della proprietà.
I CONTROLLI. Sono la ciliegina sulla torta. Un’azienda italiana può subire fino a 97 controlli da 16 diverse agenzie, enti o istituti. Dei quali 50 da 11 soggetti per l’ambiente e la “sicurezza sui luoghi di lavoro”. Nel settore fiscale, 23 controlli da 7 diversi soggetti. Nel caso dei controlli, La Stampa non fa neanche il paragone con la Germania. Non c’è partita.