ROMA – Lavoro, generazione “scoraggiata”: +11,6% di chi rinuncia a cercarlo, Istat. Spicca, tra i drammatici dati forniti dall’Istat sulla disoccupazione, quello del significativo incremento delle persone che un lavoro hanno rinunciato perfino di cercarlo. Una massa di “scoraggiati”, un milione e 790 mila persone, cresciuta nel 2013 dell’11,6%. I maschi rappresentano la quota più rinunciataria: +20,5%, le femmine registrano un aumento del 7,5%.
Lo scoraggiamento è la cifra psicologica che descrive il nuovo record raggiunto dalla disoccupazione in Italia: a gennaio il tasso è balzato al 12,9%. Il dato è il peggiore dall’inizio delle serie dell’Istat, che per quelle trimestrali risale al 1977. Tra i giovani che lo cercano, i senza lavoro sono al 42,4%: 690 mila persone. L’anno scorso è stato il peggiore della crisi: mezzo milione di occupati in meno, 478 mila persone (-2,1%) rispetto al 2012. I disoccupati in Italia nella media 2013 hanno raggiunto quota 3,1 milioni con un aumento del 13,4% rispetto al 2012.
Anche un lavoro precario è più difficile da ottenere. Il lavoro precario, definito dall’Istat come atipico, nella media del 2013 torna a scendere. Infatti, il numero di dipendenti a tempo determinato e di collaboratori scende a 2 milioni 611 mila, in calo di 197 mila unità in un anno.
Gli occupati tra i 15 e i 34 anni in Italia sono diminuiti di 1 milione 803 mila unità tra il 2008, anno d’inizio della crisi, e il 2013. Nel quarto trimestre 2013 gli occupati sono diminuiti di 397 mila unità (-1,7%) rispetto al quarto trimestre 2012, con una riduzione che ha colpito soprattutto il Mezzogiorno (292 mila unità in meno, pari a meno 4,7%).
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