ROMA – Manovra Renzi: su 18 mld, 10 sono coperture incerte o una tantum. 3% a rischio. L’assist del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan (“gli 80 euro in busta arriveranno in tempo”) non fuga dubbi e perplessità su come saranno finanziati gli ambiziosi provvedimenti annunciati (taglio Irpef, taglio Irap del 10%) da Matteo Renzi e che attendono solo la pubblicazione sull’imminente Documento di Economia e Finanza, in pratica la manovra che verrà sottoposta anche a Bruxelles. Il nodo è sempre quello: le coperture. Perché se è vero, come rileva Antonio Polito sul Corriere della Sera, che “la politica degli annunci produce fatti e conseguenze politiche” (crescono gli indici di fiducia nella ripresa), è altrettanto vero che quasi due terzi della manovra (10 miliardi di euro su 18) sono coperte da voci di entrata molto presunte, comunque incerte e una tantum.
La stima di Federico Fubini su Repubblica sottolinea lo scarto che esiste tra previsioni di entrata e risorse reali, contabilizzabili, già a disposizione. Cioè risorse certe capaci di impedire ulteriori sforamenti del deficit ben oltre il rapporto vincolante del 3% sul Pil. Sommando il taglio Irpef ai redditi bassi (10 miliardi a regime, ma 6,6 per quest’anno), il taglio dell’Irap del 10% (2 miliardi), la riduzione della bolletta energetica alle piccole imprese (1,4 miliardi) arriviamo a 10 mld per il 2014 e 13,5 per il 2015, con un deficit già al 4% del Pil. Vanno aggiunte le spese non ricorrenti: l’edilizia scolastica (3,5 miliardi), la tutela del territorio (1,5 mld) e con la liquidazione dei crediti alle imprese altri 3-5 miliardi di spesa per investimenti da aggiungere al deficit.
Quali coperture? Se vale la dichiarazione/impegno del ministro dell’Economia (“(“tagli fiscali permanenti devono essere finanziati da coperture permanenti, cioè da tagli di spesa”) la situazione si ingarbuglia perché ci sono 10 miliardi di tagli permanenti alla spesa e 18 di coperture in tempi brevi. Gli sgravi Irap finanziati dall’aumento delle tasse sui rendimenti da capitale? E’ tutto da dimostrare un gettito corrispondente (2 mld), visto che i rendimenti restano ai minimi e l’aumento dello 0,6% dell’aliquota appare insufficiente (ai fini della copertura). Il rientro dei capitali detenuti in Svizzera è di difficile previsione e non varrà più nel 2015. Il maggior gettito Iva legato allo sblocco dei crediti produrrà 5 miliardi ma rappresenta un’entrata anticipata che causerà un buco corrispondente nei prossimi anni. Restano le aspettative alte sulla spending review (Renzi dice 5 mld, Cottarelli si ferma a 3 per quest’anno).
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