Rinaldo Arpisella, il portavoce di Emma Marcegaglia al centro del servizio pubblicato ierivenerdì 15 ottobre da Panorama, ”tornerà ad occuparsi dell’azienda, che è in momento di grande espansione, e ha bisogno del suo lavoro”.
Lo ha detto la leader degli industriali, Emma Marcegaglia, spiegando che la decisione è stata presa ”di comune accordo” con Arpisella”. Che lascia quindi l’impegno accanto alla Marcegaglia come presidente di Confindustria ma continua a lavorare per il gruppo di famiglia della leader degli industriali.
”L’autonomia e l’indipendenza di Confindustria sono totali” ha poi affermato la Marcegaglia, indicando che chi pensa che il suo giudizio sul governo possa essere influenzato da quello che scrivono i giornali ”dice il falso”.
Cortina velenosa, non mi piego. C’e’ una ”cortina fumogena velenosa che tenta di investire Confindustria con la sua nebbia”, dice la leader degli industriali, Emma Marcegaglia. Che parla anche di ”un teatrino mediatico che mi fa abbastanza schifo”, dice. Un ”teatrino del veleno’. Il presidente di Confindustria ”non e’ ricattabile”, e sottolinea ”il dovere di non piegarsi”.
”Mi da’ grande amarezza pensare che qualcuno, anche al nostro interno, abbia solo potuto pensare che la presidente e’ ricattabile. Voglio ribadire che non c’e’ pressione, non c’e’ telefonata, non c’e’ intercettazione, non c’e’ verbale giudiziario che possa fermarmi” ha detto la presidente di Confindustria. ”Resto ed e’ mio dovere non piegarmi, e continuare a dire quello che e’ giusto e continuero’ a farlo da oggi al maggio 2012”, ha aggiunto. ”Se la politica e la stampa, con i veleni e la cortina fumogena – ha proseguito Marcegaglia – pensano di fermarmi, di indurci a dire quello che vogliono, sbagliano. Io so che il mio dovere e’ quello di non piegarmi e continuero’ a farlo anche in questa ‘maionese impazzita”’. Di ritorno dall’estero, da un viaggio in Polonia e Germania, ha ricordato la presidente, ”mi sono resa conto che non e’ un bel vedere, che non e’ un bel vedere lo stato presente nel nostro Paese. Anzi devo dire che non lo e’ per niente – ha concluso -. Nel momento peggiore della crisi c’e’ stata una tenuta del Paese e della coesione sociale, poi la vita pubblica e’ tornata ai suoi peggiori difetti: coltre di sospetti, intercettazioni telefoniche, accuse infamanti”.