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L’intervista di Sergio Marchionne a “Che Tempo che fa” di Fabio Fazio è stata “un autogol”. E’ questa l’opinione di Marco Benedetto, direttore di Blitz Quotidiano, che è stato intervistato da Stefano Feltri per Il Fatto Quotidiano.
Secondo Benedetto (che in passato è stato capo ufficio stampa dell’azienda torinese) Marchionne ha ottenuto l’effetto contrario rispetto a quello desiderato perché “è riuscito, in un colpo solo, a ricompattare il fronte sindacale e a dare alla politica spunti per avercela con lui e, un domani, fargliela pagare”.
Per il direttore di Blitz l’amministratore delegato della Fiat ha sbagliato innanzitutto il contesto che ha scelto per parlare: quella trasmissione è “troppo lunga e articolata, centrata sul far emergere il personaggio invece che sui contenuti tecnici. Dunque ad altissimo rischio incidenti”.
D’altronde Benedetto non condivide l’opinione di chi, come Gianfranco Fini, ritiene che l’azienda torinese sia stata salvata dagli italiani: “La Fiat l’ha salvata Marchionne, risanando i conti. Mi ricordo il trauma di quando Paolo Fresco, amministratore delegato, è dovuto andare ad Arcore a chiedere aiuto a Berlusconi, nel 2002”.
Eppure Benedetto ritiene che abbia sbagliato Marchionne a dire che negli stabilimenti italiani si produce meno che in quelli all’estero: “Io mi ricordo come si imbufaliva Gianni Agnelli quando le auto fabbricate in Polonia arrivavano a Torino scassate, invendibili, e dovevano essere rimontate a Mirafiori. E chi teneva in piedi il gruppo mentre brasiliani e polacchi imparavano a lavorare? Ovviamente l’Italia. Marchionne non dovrebbe dimenticarselo, perché questi processi sono ciclici, se allora Fiat avesse tagliato gli stabilimenti polacchi e brasiliani, oggi cosa succederebbe?”