ROMA – L’uscita dalla procedura per deficit eccessivo ”è una precondizione perché in Europa si cambi il segno delle politiche economiche. Il rigore non produce crescita bensì più recessione. Ora si è messo in moto un treno e l’ Italia non occupa più l’ultimo vagone. Ma sia chiaro: non è un ‘tana libera tutti’. Dobbiamo continuare ad essere seri”. Intervistato da Repubblica, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi spiega che ”ci sono 73 miliardi per i prossimi dieci anni da destinare ad investimenti in infrastrutture europee”, risorse a cui ”potrebbe essere applicata la golden rule che le terrebbe fuori dal vincolo del 3% di Maastricht”.
”L’Europa ha bisogno di politiche per la crescita e ormai siamo tutti convinti che il lavoro sia la priorità”, osserva Lupi, secondo cui con ogni miliardo investito in grandi opere infrastrutturali ”si può dar vita a 12mila posti di lavoro, senza considerare l’impatto sull’indotto”.
Il ministro definisce ”totalmente un errore” il patto di Stabilità che impedisce agli enti locali virtuosi di effettuare investimenti in opere pubbliche. ”Se in Europa vale il principio che gli investimenti non sono un costo, questo deve valere anche in Italia. D’altra parte – rileva – è quanto stabilisce l’articolo 118 della Costituzione là dove prevede la possibilità degli enti locali di realizzare investimenti di carattere locale. Penso agli acquedotti, alle scuole, alle strade, agli ospedali. Le infrastrutture sono uno dei motori di un Paese”.
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