ROMA – Oggi 12 giugno, alle ore 14 si terrà in via Margutta 55 a Roma la conferenza stampa che illustrerà quattro Referendum indetti con lo scopo di contrastare “l’ottusa” austerità che impone l‘Unione europea.
“Riprendiamoci la crescita, riprendiamoci l’Europa (con l’euro). Vota Sì” spiegano gli organizzatori che la mattina depositeranno i quesiti in Cassazione. Scopo dei quattro referendum abrogativi proposti, è l’abolizione di quelle parti della legge n. 243 del 2012 che consentono un’applicazione del principio costituzionale di equilibrio di bilancio attraverso modalità e condizioni eccessivamente rigorose
“Italia, sia per il tramite dell’Unione europea che mediante il Fiscal Compact (vale a dire il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’unione economica e monetaria), ha assunto alcuni obblighi che incidono sulle procedure e sui contenuti delle decisioni di finanza pubblica che per Costituzione spettano invece agli organi di indirizzo politico della collettività: Governo e Parlamento. In particolare va ricordato che, procedendosi a una rigorosa applicazione di un obbligo di carattere “promozionale” assunto con il Fiscal compact, la Costituzione è stata modificata nel 2012 mediante l’approvazione della legge costituzionale n. 1 del 2012, recante la ‘introduzione del principio di pareggio di bilancio nella Carta costituzionale’. Per dare attuazione al nuovo principio costituzionale è stata dunque approvata la legge n. 243 del 2012, che è oggetto dei quattro referendum abrogativi che il Comitato Promotore (…) presenterà (…) in una Conferenza stampa aperta al pubblico in Via Margutta 55, alle ore 14, dopo il deposito la mattina dei quesiti in Cassazione”.
“L’obiettivo che il Comitato Promotore intende perseguire è quello di raccogliere le 500.000 firme per abrogare alcune disposizioni della legge n. 243 del 2012, che consentono un’applicazione del principio costituzionale di equilibrio di bilancio attraverso modalità e condizioni eccessivamente rigorose, che renderanno necessarie politiche di austerità eccessive, solo dannose per il Paese, e in particolare per lo sviluppo, il lavoro e la stessa stabilità dei conti pubblici (…)”
“Un progetto così importante come quello europeo, rafforzato da una moneta comune che spinge al dialogo tra stati membri e che ci fa trovare uniti al tavolo geopolitico delle negoziazioni mondiali, è messo in crisi da politiche ottusamente austere che, come già ampiamente dimostrato dai numeri, non solo non rimettono in ordine le finanze pubbliche dei Paesi membri, ma impediscono di generare un clima favorevole alle necessarie riforme e creano scoramento, scetticismo e disillusione – specie tra i più giovani – sul senso di un progetto in comune. E’ quanto mai urgente in Europa ripristinare la possibilità di politiche economiche – all’interno dei limiti previsti dal Trattato di Maastricht di un deficit su PIL del 3% – favorevoli alla ripresa degli investimenti, pubblici e privati, e della domanda interna all’area dell’euro. (…) si invitano i votanti a esprimere sulle schede referendarie il loro “SI” ad una corretta applicazione dei vincoli europei sul bilancio, in breve a dire “SI alla fine dell’ottusa austerità, sì all’euro ed all’Europa del lavoro e dello sviluppo”.
Ecco i nomi del comitato organizzatore del referendum:
Mario Baldassarri,
Danilo Barbi,
Leonardo Becchetti,
Mario Bertolissi,
Melania Boni,
Flaviano Bruno,
Rosella Castellano,
Massimo Andrea D’Antoni,
Paolo De Ioanna,
Antonio Pedone,
Nicola Candido Michele Piepoli,
Gustavo Piga,
Riccardo Realfonzo,
Giulio Salerno, Cesare Salvi.
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