ROMA – Dal prossimo anno i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia subiranno un altro aumento: aumento di 4 mesi previsto da una norma contenuta nel decreto Monti-Fornero. Per esempio, un lavoratore dipendente o autonomo (quindi del settore privato) potrà andare in pensione a 66 anni e 7 mesi (adesso la soglia è di 66 anni e 3 mesi). Questa novità si riferirà al triennio 2016-2018.
Il Sole 24 Ore fa i conti anche per altre categorie: Le lavoratrici del settore privato dipendenti accedono alla pensione di vecchiaia con un requisito di 63 anni e 9 mesi (e quindi nate entro il 31 marzo 1952). Alle lavoratrici autonome è richiesto un anno in più (64 anni e 9 mesi). Il requisito anagrafico per l’assegno sociale è pari a 65 anni e 3 mesi.
Dal prossimo anno, oltre all’adeguamento legato alla speranza di vita, si somma anche l’ulteriore aumento previsto dal decreto “salva Italia” per talune lavoratrici. Pertanto, mentre per i lavoratori dipendenti e autonomi, nonché le lavoratrici del pubblico impiego l’aumento è limitato ai soli 4 mesi della speranza di vita (e quindi saranno richiesti 66 anni e 7 mesi), per le lavoratrici dipendenti del settore privato il requisito sale a 65 anni e 7 mei (un anno e 10 mesi in più rispetto al 2015). Più contenuto l’aumento riservato alle lavoratrici autonome alle quali saranno richiesti 66 anni e 1 mese (un anno e 4 mesi in più). L’assegno sociale sarà messo in pagamento al raggiungimento di un’età anagrafica pari a 65 anni e 7 mesi. Poi dal 2018 il requisito anagrafico per tutte le categorie fin qui elencate sarà di 66 anni e 7 mesi.
Inoltre, continua il Sole, dal 2016 entreranno in vigore altre novità che riguardano le pensioni contributive: Inoltre, dal 2016 potremmo trovare in pagamento le prime pensioni di vecchiaia contributive previste dalla riforma del 2011. Infatti saranno trascorsi 20 anni dall’introduzione del sistema contributivo puro. Pertanto i lavoratori privi di qualsiasi anzianità contributiva in data antecedente il 1996, in costanza di attività lavorativa, avranno raggiunto il requisito contributivo previsto per la pensione di vecchiaia. Tuttavia l’importo della pensione contributiva non potrà essere inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (il controvalore per il 2015 è 672,78 euro). Se il lavoratore avrà raggiunto un’età anagrafica non inferiore a 70 anni (a cui aggiungere gli adeguamenti legati alla speranza di vita) e avrà almeno 5 anni di contribuzione effettiva (conteggiando solo quella obbligatoria, volontaria, da riscatto e con esclusione di quella accreditata figurativamente a qualsiasi titolo), allora si prescinderà dal predetto requisito di importo minimo.