ROMA – Sono tantissime le donne che stanno scegliendo di andare in pensione prima, a 57-58 anni, pur di evitare la legge Fornero e anche se così avranno un pensione più bassa. È un vero e proprio boom, a un ritmo di mille lavoratrici al mese, di donne che hanno scelto “l’opzione contributiva”, ovvero la possibilità offerta loro di lasciare il lavoro a 57-58 anni e tre mesi in cambio di un assegno mensile più leggero.
L’opzione fu introdotta in via sperimentale nel 2004 e scade a fine 2015: con l’avvertenza, però, che quella data “è il termine ultimo per accedere alla pensione” (lo stabilisce l’Inps) e non, come chi perora la causa di una interpretazione più estensiva, il termine per maturare i requisiti.
Quindi, per le lavoratrici autonome non possono più accedere a questa possibilità (è scaduta a maggio), mentre le dipendenti private hanno tempo fino al 30 novembre, le dipendenti pubbliche fino a fine dicembre (considerate le finestre mobili e i tre mesi aggiuntivi imposti nel 2013 come risultato dell’innalzamento della aspettativa di vita).
Estendere la misura, cioè ammettere alla sperimentazione le donne che maturino i requisiti fino a dicembre 2015 e includere anche gli uomini, non si può: perché inibirebbe la corretta valutazione della sperimentazione stessa e, soprattutto, perché mancano le risorse e la Ragioneria come il Tesoro hanno detto di no.
In base ai dati aggiornati a due giorni fa forniti dall’Inps, nel 2014 si è già arrivati a quota 7.332. Erano 1.122 a fine gennaio. Con questo ritmo entro la fine dell’anno si potrebbe raggiungere quota 12mila e stabilire quindi un nuovo massimo.
Introdotta in via sperimentale a fine 2004, l’opzione contributiva ha registrato un successo crescente, “merito” anche della riforma Monti-Fornero. Dalle 56 pensioni liquidate nel 2009, infatti, si è passati a 518 nel 2010, 1.377 nel 2011 e a 5.646 nel 2012. L’anno scorso ne sono state liquidate 8.846. Quindi complessivamente si è arrivati a 23.775 ed entro dicembre si potrebbe superare quota 28mila. A ciò dovranno essere aggiunte le pensioni liquidate l’anno prossimo, quando, salvo proroghe, si dovrebbe chiudere la sperimentazione. (Matteo Prioschi, Il Sole 24 Ore)
I commenti sono chiusi.