MESTRE- La guerra “contro gli scippi” alle pensioni ha un punto di partenza, Mestre, e una data, il giorno 8 febbraio 2014. Cent’anni dopo Sarajevo, 99 dopo il 24 maggio italiano, il tono è lo stesso, l’esasperazione forse maggiore, e il messaggio diffuso da Franco Abruzzo, presidente dell?unione pensionati per l’Italia (UNP@IT) rende l’dea:
Una folla di dirigenti laureati in pensione, ha detto no all’ennesimo scippo pensionistico, previsto dal comma 486 della Legge di stabilità n. 147/2013. In 222 si sono presentati nella sala blu dell’Ospedale di Mestre, richiamati dalle e-mail e dalle telefonate di Ennio Orsini, di Stefano Biasioli e di tanti altri “volontari” della nuova guerra a tutela delle pensioni.
222 presenze: medici, ex magistrati, ex segretari regionali-provinciali-comunali, ex questori e qualche generale in pensione. Sia chiaro, chi è intervenuto non è un mangiapane a tradimento: è titolare di pensioni pubbliche maturate pagando integralmente (ed all’origine) i contributi INPDAP-INPS, molto spesso per più di 40 anni contributivi (tra anni universitari riscattati ed anni lavorati).
Tutti hanno sottoscritto la modulistica dell’azione legale anti-scippo, affidata allo studio milanese del Prof. Avv. Vittorio Angiolini (Via Chiossetto n° 14, 20122-Milano; tel.02/76317842-796409), studio che ha gia’ vinto- negli anni scorsi- un’analoga azione legale anti-scippo.
Il dr. Fabiani, ex Magistrato (ed ex Presidente del Tribunale di Padova) ha brevemente riassunto la materia del contendere. L’azione legale collettiva consisterà in un ricorso alla Corte dei Conti di Venezia contro il c.486 della legge di stabilità 2014, che prevede il contributo di solidarietà (6-12-18% in relazione al reddito over 90.000 euro lorde/anno), a partire dal Gennaio 2014 (pur se con decorrenza reale più tardiva, forse Marzo 2014) ed il blocco della rivalutazione pensionistica per le pensioni over 3000 euro lordi /mese (blocco totale nel 2014 e parziale nel biennio 2015-2016). Spetterà alla Corte dei Conti veneziana sollevare la questione della legittimità costituzionale delle norme in questione.
Il percorso sarà analogo a quello che ha portato ad una vittoria contro la legge dell’Agosto 2010 (che aveva previsto un analogo contributo, a carico dei soli dipendenti pubblici), per violazione dell’art. 3 della Costituzione. Sarà analogo altresì all’ulteriore ricorso costituzionale, vinto 4 mesi fa, contro la legge del luglio 2011 che colpiva le pensioni (e solo le pensioni), oltre una certa cifra lorda.
Il comma 486 della legge di stabilità ripropone oggi un’analoga misura punitiva, mascherandola con l’asserzione che – questa volta – non si tratta di una imposizione fiscale ma di un contributo di solidarietà, da usarsi dall’INPS a favore degli esodati.
Secondo Fabiani (e secondo altri illustri legali) il problema di fondo è garantire a tutti i cittadini l’uguaglianza della capacità contributiva, nel rispetto degli art. 3 e 53 della Costituzione. Spetterà alla Corte dei Conti regionale (si tratti di quella veneta o si tratti di quella di un’altra Regione) rinviare nuovamente il problema alla Corte Costituzionale. Nel frattempo, per effetto della legge 111 del 2014, l’INPS-INPDAP dovrà rimborsare il maltolto, ossia cio’ che è stato trattenuto ai dirigenti pubblici, come effetto della legge Tremonti del 2011. Non è nota la tempistica del rimborso, che potrebbe essere parziale (es. relativa a solo 5 mesi del 2011 e non anche ai 12 mesi del 2012).
Questi i fatti. I 222 pensionati veneti hanno dato inizio all’azione legale, consegnando la modulistica richiesta e pagando il contributo economico.
L’aria era “un’aria di guerra”. È stato detto e ripetuto che “non si può continuare a subire”. Chi scrive queste note si è inventato un titolo: “Movimento 8 febbraio”.
Per i veneti, l’8 Febbraio era ed è la “festa della matricola”. Adesso, l’8 Febbraio diventa anche la data di partenza di un gigantesco “NO” alla protervia di uno stato e di un parlamento (“s” e “p” minuscole), che continuano a perseguitare i “SOLITI NOTI”, salvando i vitalizi, gli sperperi, gli sprechi, i privilegi del parlamento, dei superburocrati e dei loro famigli. L’assemblea di Mestre rappresenta un ennesimo segno del disagio che percorre l’Italia: è in disagio, oggi, anche il cosiddetto ceto medio, quello che non ha pensioni ricche ma solo pensioni giuste!
NOTIZIE UTILI
°°°°Chi – veneto – volesse aggiungersi ai 222 VENETI , dovrà: A) Contattare l’indirizzo e-mail “ricorsopensioniveneto@yahoo.it” per ulteriori informazioni;
B) Inviare all’Avvocato Mariagrazia ROMEO, c/o Studio Legale Benvenuti – S. Croce 205 – 30135, VENEZIA
* Il mandato allegato, debitamente sottoscritto
* La fotocopia della carta d’identità e del codice fiscale
* La fotocopia del bonifico di 100 euro (vedi sotto)
C) Effettuare il versamento/bonifico di cui sopra sul cc. del Banco Popolare , agenzia di Borgo Trento di Verona, codice IBAN : IT52O0503411708000000000680, dedicato alle “Azioni legali” ed intestato a Valerio Bodo.
°°°°°PER I NON VENETI
Si consiglia di ATTIVARE UNA SPECIFICA AZIONE REGIONALE, o con lo stesso Studio ANGIOLINI (chiedendo il nome di un Avvocato corrispondente, regionale) o con Altro LEGALE., ovviamente definendo il costo complessivo dell’azione legale (Corte dei Conti regionale + futuribile ricorso in Cassazione).
La restante procedura puo’ essere interamente “copiata” (mandato, fotocopie, CC dedicato, assemblea regionale + raccolta e-mail regionali).
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