ROMA – Il numero dei dipendenti pubblici cala, ma la spesa per gli stipendi continua a crescere. Tra 2001 e 2009 i lavoratori impiegati nella pubblica amministrazione sono diminuiti di quasi 111mila unità. Il numero dei dipendenti, dai 3.637.503 del 2001 è passato a 3.526.586 unità nel 2009. Una riduzione di tre punti percentuali. Ma a fronte della riduzione dei dipendenti, la spesa è salita di 39,4 miliardi di euro, una cifra pari al 29,9% del totale. Numeri più contenuti naturalmente se si calcola l’aumento al netto dell’inflazione. La percentuale si riduce così all’8,3%, ovvero a circa 13 miliardi di euro in più. A sottolineare questi dati è il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi, che confronto il trend di spesa della pubblica amministrazione con quello francese e tedesco e parla di “aumenti non finiti in tasca agli infermieri, ai bidelli o alle maestre elementari”, ma da cui hanno tratto vantaggio “i livelli dirigenziali medio alti del nostro pubblico impiego”.
La spesa destinata al personale pubblico italiano è passata dal 10,5 per cento all’11,2 per cento del Pil (+0,7 punti percentuali), attestandosi, nel 2009, sui 171 mld di euro. In Francia il costo dei travet è rimasto invece stabile. In Germania addirittura è calato di 0,5 punti percentuali. In valore assoluto la spesa in Italia è cresciuta del 29,9%, del 27,7 per cento in Francia e del 6,9 per cento in Germania. Tolta l’inflazione la crescita italiana (+8,3%) è minore di quella francese (+9,9 per cento), ma decisamente inferiore a quella della Germania (-6,2 per cento).
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