Li hanno definiti “duri” (Gianni Letta), “necessari” (Giorgio Napolitano) addirittura “indispensabili” (Silvio Berlusconi). Ma i sacrifici, che tante lacrime e sangue stanno facendo versare ai comuni italiani, non toccano minimamente i consiglieri regionali. Così, in nome dell’autonomia, gli sprechi continuano impunemente: dai maxi-stipendi alle baby pensioni, passando per il contributo per pagare il proprio funerale, le Regioni continuano ad essere un carrozzone inefficiente e dalle tasche bucate.
Partiamo da un dato. Negli ultimi dieci anni le giunte regionali hanno raddoppiato le proprie spese rispetto alle altre istituzioni pubbliche. E non c’è da stupirsi se i consiglieri regionali della Calabria guadagnano quasi il doppio del presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy. Un eletto alla Regione Calabria, al netto di alcune indennità, prende di stipendio 11.316 euro, l’inquilino dell’Eliseo solo 6.714. Per non parlare del presidente del Brasile Ignacio Lula che non arriva ai tremila.
I consiglieri calabresi sono in ottima compagnia. I campani guadagnano 10.817 euro, i pugliesi 10.433, i lombardi 9.063, i piemontesi 8.963 e i veneti 8.004. E le cifre sono per difetto, dato che in questo conteggio non rientrano alcune voci come l’indennità di presenza o i rimborsi chilometrici. Una bella somma: più dei consiglieri belgi, tedeschi e svizzeri messi insieme. Nella regione belga delle Fiandre, infatti, lo stipendio medio di un consigliere è di 5.500 euro. Un eletto nell’area di Amburgo, in Germania, percepisce 2.280 euro. Quasi impensabile, poi, il caso della Svizzera, dove i membri del parlamento federale non vedono un soldo: lì la politica non è considerata un mestiere. Totale: 7.780 euro.
Ma i maxi-stipendi non sono gli unici regali che si concedono le Regioni, in barba alla crisi. I novanta consiglieri regionali della Sicilia, per assicurarsi dei degni funerali, si sono fatti un regalo per pagarsi l’ultimo viaggio: ben 5mila euro. Giusto per non farsi mancare niente, neanche nell’altro mondo.
Per non parlare poi dei cosiddetti baby-pensionati. Se i parlamentari devono aspettare almeno una legislatura piena per ottenere la pensione, per alcuni consiglieri regionali il vitalizio scatta solo dopo un anno. Non solo. Nel 2006 la Finanziaria stabilì un taglio del 10% delle indennità regionali ma la Campania impugnò la legge davanti alla Corte Costituzionale che le diede ragione in nome dell’autonomia. Così, la pensione dei parlamentari non può mai superare il 60% dell’indennità lorda, mentre quella dei consiglieri del Piemonte può arrivare all’80%, in Calabria all’84% e in Puglia addirittura al 90%. Alla faccia dei sacrifici.
I commenti sono chiusi.