ROMA – Renzi “sforbicia-Italia”: municipalizzate nel mirino. In tre anni spesa aumentata. Alla vigilia della presentazione del Def (la vecchia manovra, Consiglio dei ministri domani) il Governo alza il tiro sulla spesa pubblica da tagliare: nel mirino una serie di enti legati alla politica, dalle municipalizzate alle motorizzazioni (la rete Aci), ai consorzi di bonifica. Non necessariamente per fare cassa, è il ragionamento, ma per snellire la burocrazia e rimuovere gli ostacoli alla crescita, una riforma nel senso voluto dall’Europa. La nuova “sforbiciata-Italia”, che Matteo Renzi intende diretta ai “santuari rimasti nell’ombra”, si inserisce in un contesto di riduzione della spesa pubblica che, a dispetto degli interventi di più governi, tra il 2010 e il 2013 è rimasta al palo.
I risultati sono stati deludenti: i flussi di cassa monitorati dall’Economia segnalano un aumento complessivo del 7,6%. Si tratta della spesa “cattiva” pre-Cottarelli (il commissario alla spending review), cioè della spesa per i cosiddetti “consumi intermedi”, l’acquisto di beni, servizi e forniture per mandare avanti la macchina amministrativa. Se va considerato il pagamento dei crediti alle imprese (concentrato negli enti locali sulla spesa in conto capitale) resta preoccupante l’aumento della spesa corrente, cresciuta da sola di 4,2 miliardi.
Qualche esempio. Nel Lazio e in Abruzzo la spesa per affitti è 10 volte più elevata di quella di Basilicata, Piemonte e Lombardia. Lo stesso Lazi si dimostra invece parco nella spesa per il carburante delle auto di in uso nei vari servizi (14 volte meno che in Valle d’Aosta).
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