TRAPANI – Tutti assunti o maxi risarcimento di oltre 100 mila euro. Da Trapani a Roma i giudici del lavoro si improvvisano Babbo Natale: lo dimostrano le recenti sentenze contro il Ministero dell’Istruzione che stanno dando la rivincita a tutti i precari della scuola. L’ultima a Trapani dove un supplente di elettronica ha vinto la sua battaglia contro lo Stato dopo 10 anni di precariato: 169.700 euro è la cifra record che il giudice Mauro Petrusa gli ha accordato per danni morali ed economici. Lo stesso giudice alcuni giorni fa aveva poi assegnato analogo risarcimento a un prof precario di educazione fisica: 150 mila euro il premio.
E non è finita qui: anche a Roma i giudici si schierano dalla parte dei precari, un terzo ricorrente nel frattempo assunto con contratto a tempo indeterminato, si è visto assegnare comunque 27 mila euro di risarcimento per i mancati scatti di stipendio durante il periodo di precariato.
Il fenomeno rischia di propagarsi a valanga perché in soccorso dei lavoratori è intervenuta l’Anief, associazione professionale e sindacale. Gli aiutanti di Babbo Natale, per così dire, si sono inventati la strategia dei ricorsi a catena dinanzi ai giudici del lavoro. Obiettivo: l’assunzione in ruolo di tutti gli insegnanti precari che abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio. Che, se andiamo a leggere i dati Istat 2011, fanno circa 80 mila ricorsi: metà docenti e metà Ata (personale tecnico e amministrativo).
La sentenza del giudice Petrusa è solo un caso pilota, la punta dell’iceberg contro cui il Miur si sta andando a scontrare, “a meno che – avverte il presidente Anief, Marcello Pacifico – il nuovo governo non decida finalmente di adottare il buon senso”. Per il giudice del lavoro, nel caso del supplente a vita di elettronica, si è verificata una “ingiusta locupletazione” ovvero un arricchimento dello Stato ai danni del lavoratore. Quello che il maxi- risarcimento dovrà sanare è la mancata stabilizzazione del docente precario senza scatti di stipendio, assenze e periodi estivi. Come lui ce ne sono a migliaia e l’associazione di categoria li sta andando a stanare uno per uno per chiedere parità tra chi è dentro e fuori ruolo.
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