Soros: “Se la Germania è contro gli eurobond è meglio che abbandoni l’Unione”

ROMA – Soros: “Se la Germania è contro gli eurobond è meglio che abbandoni l’Unione”. Messa così appare davvero come un “aut aut alla Germania” da parte di George Soros, come titola infatti un piccolo box che il Sole 24 Ore dedica alla notizia. Sul Corriere della Sera troviamo invece il testo integrale del contributo sul tema di Soros, dove la proposta si rivela più scientifica e meno ultimativa, dove si mostra le opportunità, anche per i tedeschi, sarebbero maggiori dei rischi. Oltre a costituire un utile ripasso per tutti su cause e rimedi alla crisi finanziaria, un pragmatico promemoria su cosa voleva essere lUnione (“un’associazione volontaria di Stati alla pari”), cosa è diventata (“una prigione per debitori”, cosa vuole diventare se non vuole distruggersi. Tutto ruota intorno alla leadership della Germanai e al suo rifiuto di cedere su un’auspicata emissione di eurobond, al posto dei titoli di Stato ogni singolo membro.

Perché la crisi. “Creando una banca centrale indipendente, i Paesi membri si sono indebitati in una valuta che non controllano. Innanzitutto, sia le autorità che gli investitori hanno trattato tutti i titoli di Stato come se fossero senza rischio, creando un incentivo perverso per le banche ad accumulare titoli deboli. Quando la crisi greca ha sollevato lo spettro del default, i mercati hanno reagito relegando tutti i Paesi membri dell’Eurozona altamente indebitati allo status di Paese del Terzo mondo iper-indebitato in valuta estera”.

Gli eurobond, sono a questo punto l’unica soluzione, secondo Soros. La conversione di tutti i titoli di Stato in eurobond farebbe immediatamente svanire ogni rischio di default. Senza mettere in discussione il Fiscal Compact, l’assenza totale di rischio default, liberando risorse insperate per i bilanci statali (il 4% del Pil in Italia) da poter utilizzare ad esempio per finanziare incentivi fiscali e mettere in soffitta le politiche di austerità. Realizzando ciò che più ci sta a cuore: crescita sostenuta e calo del debito. A questo punto la palla passa alla Germania, ad Angela Merkel. Perché, gli Stati che ci stanno (pazienza per il pasticcio verbale) potrebbero riunire l’intero stock del loro debito in titoli di Stato direttamente in eurobond. E sarebbe la Germania a dover uscire dall’euro.

La Germania non accetta gli eurobond ed esce dall’euro. “Se la Germania dovesse abbandonare, l’euro si deprezzerebbe. I Paesi debitori riguadagnerebbero competitività. Il loro debito diminuirebbe in termini reali e, se emettessero eurobond, la minaccia di default svanirebbe. Il debito diverrebbe improvvisamente sostenibile. Allo stesso tempo, gran parte del peso dell’aggiustamento ricadrebbe sui Paesi che hanno lasciato l’euro. Le loro esportazioni diverrebbero meno competitive e incontrerebbero una pesante concorrenza dall’area euro nei loro mercati nazionali. Inoltre subirebbero perdite sui loro titoli e investimenti denominati in euro.”

Vantaggi per la Germania. “Se fosse indetto oggi un referendum, i sostenitori di un’uscita dall’Eurozona vincerebbero a mani basse. Invece una più approfondita valutazione potrebbe cambiare l’opinione pubblica. Si scoprirebbe che il prezzo da pagare se la Germania accettasse gli eurobond è stato ingigantito e il prezzo dell’uscita dall’euro è stato fatto apparire piccolo. Il problema è che la Germania non è stata indotta a scegliere. Dunque può continuare a fare non più del minimo indispensabile per preservare l’euro: è chiaramente la scelta preferita della Merkel, almeno fino alla fine delle prossime elezioni. Intanto la situazione sta peggiorando e alla lunga diventerà insostenibile. Una disintegrazione caotica lascerebbe l’Europa in condizioni peggiori rispetto all’epoca di avvio dell’ambizioso esperimento dell’unificazione. Non è certo questo l’interesse della Germania.”

 

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