ROMA – Stop Iva fino al 2013. Poi Letta bis senza crisi per imbrigliare Pd-Pdl. Dopo le minacce di dimissioni del ministro dell’Economia Saccomanni sull’Iva, il presidente del Consiglio Letta ha definito la sua strategia per salvare Governo e conti pubblici: “sterilizzazione” dell’aumento dell’Iva fino al 2013 (un miliardo) unita a una razionalizzazione delle aliquote dell’imposta sui consumi a partire già da gennaio. Questo dal lato della finanza pubblica: sul piano politico e di tenuta di maggioranza, la prossima mossa di Letta sarà quella di presentarsi alle Camere per chiedere una nuova fiducia ai partiti obbligandoli a prendersi le loro responsabilità sulla base di un nuovo patto di coalizione.
In pratica un Letta bis senza passare per la crisi di Governo, confida La Repubblica nell’articolo di oggi di Francesco Bei. Una crisi al buio, oggi, centrata sul tira e molla dell’Iva, sarebbe un favore al Pdl, che come nel caso Imu, rivendicherebbe il titolo di partito anti-tasse da spendere in campagna elettorale. Le fibrillazioni, sembra di capire, l’accerchiamento a Saccomanni, provengono da entrambi i lati.
Nel Pd infatti è diffusa la convinzione che il ministro Saccomanni si stia comportando “troppo alla Monti”, regalando un vantaggio tattico a Berlusconi. “Se dopo avergli intestato lo stop dell’Imu – si sfogava ieri mattina un autorevole esponente democrat alla lettura dell’intervista del ministro dell’Economia – consentiamo al Cavaliere di addossarci l’aumento dell’Iva, gli stiamo regalando la campagna elettorale. E stavolta rischia anche di vincere”.
Una battuta del redivivo Dominique Strauss-Khan sintetizza il rischio maggiore dell’impegno di Letta: la sindrome di “Montroeder”, una crasi che accoppia le personalità di Mario Monti e Gerhard Schroeder, l’ex cancelliere tedesco Spd, “quell’animale politico che fa le riforme giuste e poi perde le elezioni”.