ROMA – Per metà delle famiglie italiane la Tasi sarà più cara dell’Imu. Lo dice uno studio della Uil. E 5 milioni di italiani che non pagavano l’Imu ora dovranno pagare la Tasi.
Lunedì 16 giugno si pagherà la prima rata nei comuni ‘virtuosi’, quelli che non hanno avuto bisogno dello slittamento al 16 ottobre. Per oltre il 50% delle famiglie l’imposta sulla casa, da pagare secondo la Uil risulterà più cara dell’Imu del 2012 e potrà corrispondere in media da 136 per salire, secondo le associazioni dei consumatori, a un massimo di 231 euro.
Secondo i calcoli del sindacato emerge che su 180 famiglie residenti nei 45 capoluoghi che hanno pubblicato le aliquote per la Tasi, oltre il 50% (52,8%), pagherà una imposta più pesante di quanto fatto per l’Imu nel 2012.
Tra l’altro Adusbef e Federconsumatori fanno notare che le detrazioni, laddove applicate, saranno inferiori a quelle che si pagavano precedentemente con l’Imu e la nuova tassa ”si attesterà nella media nazionale a 231 euro qualora sia fissata al 2,5 per mille”, appunto.
Inoltre, spiegano le due associazioni, la Tasi dovrà essere pagata anche da 5 milioni di famiglie che prima, grazie alle detrazioni sulla prima casa e basse rendite catastali, non pagavano l’Imu.
Intanto, sempre in vista della scadenza prevista di lunedì l’Ufficio studi della Cgia di Mestre fa sapere che in quasi due comuni capoluogo di provincia su tre non si pagherà la Tasi sui capannoni. La Cgia è giunta a questo risultato dopo aver analizzato le decisioni prese dai Comuni capoluogo di provincia la cui delibera di approvazione dell’imposta è stata pubblicata entro il 31 maggio scorso sul sito del Dipartimento delle Finanze. Pertanto, i proprietari degli immobili strumentali situati in questi Comuni dovranno versare la prima rata di questo nuovo tributo entro lunedì prossimo.
Su un totale di 47 amministrazioni comunali capoluogo di provincia che hanno deliberato l’aliquota Tasi, spiega l’associazione, ben 29 (pari al 61% del totale) hanno deciso di azzerare l’aliquota.
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