ROMA – Dal prossimo anno dovrebbe entrare in vigore la Res (o Tares), la tassa unica sui rifiuti: i tecnici del governo sono a lavoro per estendere questa tassa a tutti gli immobili, anche alle cosiddette “case fantasma”
La componente rifiuti della Res, il nuovo tributo destinato a mandare in pensione Tarsu e Tia dall’anno prossimo, dovrebbe imbarcare con il decreto fiscale gli strumenti indispensabili per la sua applicazione generalizzata. La Res (o Tares, come viene anche chiamata nelle bozze in attesa che finalmente anche questo prelievo trovi il proprio nome definitivo) sugli immobili abitativi si applicherà sull’80% della superficie catastale, che viene calcolata secondo i parametri ordinari contenuti nel regolamento del 1998 (Dpr 138/1998). In Italia, però, molti immobili non hanno ancora la propria superficie “ufficiale”, per esempio perché sono una di quei due milioni di “case fantasma” rese meno “fantasmo” solo negli ultimi anni grazie alle indagini dell’agenzia del Territorio.
Per questa ragione, l’ipotesi su cui sono al lavoro i tecnici del governo prevede che, quando l’anno prossimo entrerà in vigore la nuova tassa sui rifiuti, per gli immobili ancora privi di una planimetria catastale definitiva il conto sarà calcolato sulla base di una superficie “convenzionale”. A stabilirla sarà l’agenzia del Territorio che, in base alle bozze ancora in corso di lavorazione, potrà procedere sulla base di tutti gli elementi informativi di cui è in possesso. Lo stesso meccanismo dovrebbe essere esteso anche agli immobili a cui è stata attribuita una rendita “presunta”, per esempio dopo una ristrutturazione che non è stata comunicata nei tempi previsti all’amministrazione finanziaria.