Specifiche misure di sostegno alle strutture ricettive, incluse esenzioni ed agevolazioni riservate a questa particolare categoria produttiva, oltre agli investimenti per finalità turistiche e di valorizzazione del patrimonio artistico ed ambientale ed i relativi servizi, quale esclusivo impiego del gettito della nuova tassa di soggiorno. Sono le modifiche concordate dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla e dal collega alla Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, dopo che, in Consiglio dei ministri, Brambilla è intervenuta questa mattina a sostegno delle imprese ricettive italiane, preoccupatissime per la paventata introduzione dell’odiata tassa di soggiorno nel decreto sul federalismo fiscale municipale.
Le modifiche saranno inviate al relatore della Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale perché siano recepite nel parere che verrà formulato. Altra importante novità rispetto alle precedenti formulazioni, voluta dal ministro Brambilla, è volta a riconoscere il ruolo delle imprese e delle associazioni di categoria nel determinare i criteri di attuazione del provvedimento: le associazioni del turismo saranno coinvolte in sede di emanazione dei regolamenti di attuazione di questa tassa di scopo sia a livello nazionale, sia in particolare a livello comunale.
I Comuni che intenderanno istituire la tassa di soggiorno dovranno discutere con la rappresentanza degli imprenditori delle strutture ricettive della loro città le modalità relative alla sua applicazione ed agli interventi da finanziare con i relativi proventi. “Solo attraverso il riconoscimento del ruolo strategico ricoperto da tali categorie imprenditoriali e avvalendoci del loro know how – ha detto Brambilla – potremo far sì che questa tassa di scopo, voluta a gran voce dai Comuni italiani, possa effettivamente trasformarsi in un’opportunità di crescita per un settore che ha tutte le potenzialità per essere il volano della nostra economia. Inoltre, dato che il compito di riscuotere la tassa di soggiorno tocca alle imprese ricettive, mi pare fondamentale che esse siano anche primarie beneficiarie dei proventi di tale provvedimento, sia in termini di sostegno per le opere di ristrutturazione, ammodernamento e miglioramento qualitativo, sia in termini di esenzioni ed agevolazioni che le amministrazioni comunali possono loro riservare”.
Gli imprenditori però al momento sembrano freddi alla novità. “Rimaniamo fermi sulla nostra posizione: il nostro è un no netto ad una tassa che danneggia le nostre imprese e l’immagine dell’Italia in un momento di forte crisi e di scarsa competitività”, ha commentato a caldo Bernabò Bocca, il presidente di Federalberghi-Confturismo, che raggruppa 27 mila dei 34 mila alberghi italiani. Più positiva la reazione in area Confindustria. ”Pur sempre critici sulla tassa di soggiorno, accogliamo positivamente queste dichiarazioni del ministro Brambilla che vanno nella direzione di ridurre i danni al turismo”, è la posizione di Roberto Corbella, presidente di Astoi-Confindustria, che raggruppa i maggiori tour operator.