Tasse locali: il buio fino a novembre, poi la batosta

Tasse locali: il buio, poi la batosta
Tasse locali: il buio, poi la batosta

ROMA – Tasse locali: il buio fino a novembre, poi la batosta. Solo a fine novembre si chiuderanno i “preventivi” dei Comuni dell’anno in corso 2013: solo allora  sapremo come i sindaci avranno ovviato alla compensazione del taglio dell’Imu prima rata (per il saldo bisogna aspettare che la Legge di Stabilità lo abolisca). Solo allora sapremo di quanto sono cresciute le tasse locali, potremo accantonare il giusto per far fronte agli adempimenti fiscali.

Le molte virgolette alla parola preventivi il cui limite per redarli è giunto, di proroga in rinvio, a un mese dal termine del 2013, consentono al Sole 24 Ore di lunedì 9 settembre di calcolare il “costo del’incertezza fiscale”, il quale viene scaricato come prevedibile, sulle spalle del cittadino contribuente.

Fino al 30 novembre buio pesto sulla composizione finale delle varie aliquote: i sindaci, nel frattempo, si erano premuniti aumentando quelle dell‘Imu 2013, sperando così in compensazioni più sostanziose. Del resto, è possibile invece che alcuni enti debbano restituire fondi già anticipati.  Se, come per la prima rata, le compensazioni saranno misurate sul gettito 2012, i Comuni che hanno deliberato aumenti di aliquota nel 2013 dovranno reperire in altro modo le risorse affidate all’incremento dell’Imu.

Addizionale Irpef. Lo slittamento al 30 novembre dei termini per la chiusura dei bilanci preventivi trascina con sé in avanti anche la scadenza per definire l’aliquota dell’addizionale Irpef da applicare ai redditi 2013, che sarà pagata nei cittadini dal 2014. Come mostra l’esperienza dell’anno scorso l’addizionale rappresenta una «clausola di sicurezza» per riparare ad eventuali sorprese nei conti, e anche quest’anno molti Comuni (a partire da Milano) la stanno utilizzando come strumento di reperimento di risorse

Tares. Il Dl 102/2013 è intervenuto anche in materia di Tares, prevedendo che nella commisurazione della tariffa i Comuni possano far riferimento alle quantità e qualità medie ordinarie dei rifiuti prodotti da ogni categoria di utenza, correlandoli alla superficie o ad altri parametri, tenendo conto anche del metodo normalizzato. Una previsione di cui non si comprendono al momento gli effetti operativi, complicata anche dal fatto che le agevolazioni non possono essere messe a carico del bilancio ma degli altri utenti

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