ROMA – Telecom Italia, il presidente Recchi: “Alleanza con Mediaset, se ne può parlare”. Telecom non rimane ferma: dopo la strada presa dalla partita Gvt in Brasile, con l’azionista principale che si è comportato da concorrente e il probabile ingresso di Vivendi che potrebbe aprire nuovi scenari, si preparano le nuove strategie. Con una certezza: la convergenza tra gruppi Tlc e produttori di contenuti è la direttrice che si segue in tutto il mondo e quindi non si esclude nulla, nemmeno il ritorno della suggestione di un’integrazione con Mediaset.
“Avevamo già avuto l’autorizzazione dal board a rilanciare ben oltre, ma come management abbiamo deciso di non farlo perché ritenevamo il nostro prezzo e la nostra struttura di offerta la migliore per essere approvata in assemblea dagli azionisti. Non c’è stato un problema di risorse della società. Semplicemente non avremmo creato valore per l’azienda andando oltre”. Lo afferma il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, in un’intervista al Corriere della Sera in cui spiega di non considerare una sconfitta lo stop su Gvt.
“L’azionista sta cambiando, ma il nostro piano industriale prescinde dagli azionisti. In Italia non abbiamo tradizione di public company e così tendiamo a sovrapporre i piani di azionisti e management”, dice Recchi. “Ho chiamato il presidente Bolloré per fargli i complimenti e dirgli che se mai dovesse decidere di diventare nostro azionista sarà il benvenuto”. In Brasile “il nostro ruolo è investire, e considerare anche operazioni straordinarie ove si presentassero opportunità”, ma ad oggi, spiega il numero uno di Telecom, “non c’è niente all’attenzione del nostro board”.
Quanto alla ‘vecchia suggestione’ Mediaset-Telecom, “se n’è parlato in passato ma il mercato non è mai stato pronto. Solo oggi con le nuove tecnologie la convergenza sta accelerando. I contenuti si fanno più sofisticati e il pubblico più esigente e questo fa sì che il mercato cambi”, osserva Recchi. “Non escludo nulla, ma come opportunità commerciali. L’interesse a livello di operazione sul capitale compete ai soci”.
Ora Vivendi entrerà anche a fare parte del capitale della società che nascerà dalla fusione tra Gvt e Vivo, primo operatore brasiliano in diretta concorrenza con Tim Brasil. Come management, non temete che Bolloré erediti il conflitto di interessi di cui già soffriva come azionista Telefonica?
«Non lo temo, Vivendi ha sempre dichiarato — e la chiusura di questa operazione lo dimostra — di voler uscire dalla gestione della telefonia, che per Telefonica invece rappresenta il core business. Bolloré guarda a quello che è il potenziale di crescita di Telecom Italia e se deciderà di diventare nostro azionista sarà per il management un attestato di stima». (Massimo Sideri, Corriere della Sera)
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